"Tutti gongolano sulla morte del M5s e il ritorno del bipolarismo. Illudetevi pure: la nostra crescita è lenta ma inesorabile". Prova a ribaltare il racconto di un risveglio amaro, Beppe Grillo: M5s - avverte - punta dritto al governo. Ma i dati definitivi confermano l'esclusione del Movimento da tutti i ballottaggi nei venticinque capoluoghi al voto domenica e anche un generale calo delle liste grilline. Un trend positivo può vantarlo la Lega, nel Nord Italia. Mentre in discesa, con una crescita dell'astensionismo, sono anche la sinistra e Fi. Ma centrodestra e centrosinistra i bilanci finali li tracceranno dopo i ballottaggi, che li vedono quasi sempre contrapposti. "Sono buoni i dati, adesso avanti", esorta Matteo Renzi, che punzecchia Grillo: "Tipico in Italia, non perde mai - davvero - nessuno". Mentre Silvio Berlusconi, soddisfatto ma prudente, avverte: "Attenti, non è tornato il bipolarismo".
A conti fatti, è assai magro il bottino Cinque stelle: sono al ballottaggio in 8 comuni sotto i 15mila abitanti (nessun capoluogo) e solo in uno partono in vantaggio. Il centrosinistra al primo turno conquista Palermo, con Leoluca Orlando, e Cuneo, con Federico Borgna; il centrodestra riconferma il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani. A Verona in extremis Patrizia Bisinella, compagna di Flavio Tosi, conquista il secondo turno contro il centrodestra di Federico Sboarina. Mentre a Belluno due "civici" (l'uscente Jacopo Massaro e Paolo Gamba) tengono fuori Lega e Pd. A Parma l'ex grillino Federico Pizzarotti se la dovrà vedere con il Dem Paolo Scarpa, con i voti di destra a fare da ago della bilancia. In tutti gli altri casi, sarà sfida tra un candidato di centrosinistra e uno di centrodestra. Con gli occhi puntati su Genova, dove Marco Bucci, sostenuto da Fi-Ln-Fdi-Dit, proverà a strappare per la prima volta il comune "rosso" al candidato di centrosinistra Gianni Crivello. All'indomani del voto, Renzi va a sorpresa ad Accumoli e Amatrice per "fare il punto sui cantieri" della ricostruzione post terremoto e lascia agli altri "chiacchiere e discussioni" sul voto, invitando i candidati Dem a parlare di "problemi concreti".
"Il Pd - sottolinea - ha eletto più sindaci al primo turno ed è il partito che manda più candidati al ballottaggio. Non fate vedere i dati a Grillo e Salvini sennò ci restano male". M5s perde perché non ha dato prova di buon governo nelle città, afferma Maurizio Martina, mentre "un centrosinistra a guida Pd è l'unica alternativa alla destra". Ma intanto la sconfitta a Lampedusa di Giusi Nicolini, da poche settimane entrata nella segreteria Dem, è soltanto uno dei segnali, notano da sinistra, che il centrosinistra vince "solo quando unito". Quanto al centrodestra, esultano Giorgia Meloni, che invoca il voto in autunno, e Matteo Salvini, che sostiene sia Renzi "il vero sconfitto". Il leader della Lega auspica un centrodestra a traino leghista e un sistema elettorale maggioritario ma, afferma, "Berlusconi non lo vuole". E in effetti il Cavaliere invita a non dare per morti i Cinque stelle, a considerare che il sistema è ancora "frammentato" e aggiunge che il centrodestra vince con candidati della società civile e "liberali". Ma il confronto sulle alleanze e sulla legge elettorale, concordano a destra e sinistra, riprenderà dopo i ballottaggi. Quando partirà la lunga volata verso le elezioni che, afferma Renzi, a questo punto saranno nel 2018. "A luglio avremo il candidato presidente della regione siciliana - afferma Grillo - a settembre avremo il candidato premier per andare al governo. Successi e fallimenti fan parte della nostra storia. Non molliamo", incita il leader M5s. Ma nel Movimento non si nasconde la delusione ed è l'ora del "processo" ai dirigenti.
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