"Sono sempre stato pulito, questo è un evidente caso da archiviazione: la positività è fondata ragionevolmente su un'involontaria contaminazione alimentare". E' questa la difesa di Giuseppe Rossi, accusato dalla Procura Nado Italia di doping, esplicitata in una lunga nota congiunta con il proprio procuratore Andrea Pastorello, all'Ansa. Giuseppe Rossi, sottolinea la nota, "è risultato positivo al controllo antidoping del 12/5/2018 dopo la gara Benevento - Genoa, essendogli stata riscontrata la presenza di dorzolamide, peraltro nel valore minimo di 1 ng/ml. Tale sostanza è contenuta esclusivamente in un collirio utilizzato per ridurre la pressione intraoculare elevata ed il suo utilizzo oftalmico non sarebbe rilevante ai fini di doping, ma potrebbe costituire agente diuretico o mascherante di altre classi di sostanze di comune riscontro nel doping solamente attraverso una somministrazione sistemica". "I chiarimenti forniti agli inquirenti, in particolare sotto un profilo medico-tossicologico, hanno escluso nella fattispecie ogni intenzionalità e finalità dopante, come riscontrato dalla Procura Antidoping stessa - aggiungono Rossi e Pastorello - anche in ragione della circostanza che il controllo antidoping effettuatola settimana precedente, era risultato negativo". "Giuseppe Rossi, persona limpida e che non è mai incorsa in un precedente disciplinare che non fosse una squalifica per cumulo di ammonizioni, confidava pertanto nell'archiviazione del presente procedimento, ragionevolmente fondato esclusivamente su un'involontaria contaminazione alimentare", la conclusione, con l'aggiunta che Rossi é "estremamente rammaricato per questa vicenda nella quale si è inconsapevolmente ritrovato" e "ha ritenuto comunque di mantenere un comportamento di lealtà e correttezza avanti agli organi della Giustizia Sportiva, affermando ogni sua estraneità e comunque ribadendo di non poter ragionevolmente sapere in quale assunzione di cibo e/o bevanda contaminata possa essere incorso nei giorni precedenti la gara di Benevento"
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