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Medico Terni, bombe Kiev esplose in nostre case

Medico Terni, bombe Kiev esplose in nostre case

"Angoscia" condivisa con colf e collaboratrici

TERNI, 24 febbraio 2022, 19:45

Redazione ANSA

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"Non ci sono guerre di serie A e di serie B, dovremmo sentirle tutte come nostre. Ma in questo caso le bombe non sono esplose solo a Kiev, sono scoppiate anche nelle nostre case, perché l'Ucraina è nelle nostre case": a parlare è la dottoressa Maria Grazia Proietti, geriatra e responsabile della Comunità di Sant'Egidio di Terni. La sua, come molte altre in Italia, è una delle tante famiglie che ospitano colf o collaboratrici ucraine.
    Per questo, dopo l'invasione da parte della Russia, ha voluto esprimere in un post sui social la sua esperienza e il suo sentimento di angoscia per quanto sta accadendo. "L'Ucraina è nelle nostre case..." inizia la sua riflessione.
    "Natalia - spiega poi Proietti all'ANSA - è con noi da oltre 15 anni, tutti i giorni dal lunedì al venerdì. L'ho conosciuta ai tempi della legge Bossi-Fini, quando rischiava di dover tornare a casa senza lavoro. Allora le ho proposto un contratto.
    Da allora non ci ha più lasciati, mio figlio Matteo la chiama la sua seconda mamma. E' parte ormai della nostra famiglia".
    Lo stesso rapporto di rispetto e fiducia, ormai di amicizia, la dottoressa Proietti l'ha maturato con un'altra Natalia, anche lei ucraina, che ha assistito fino all'ultimo uno zio malato.
    "La figlia - continua - l'ha chiamata disperata da Kiev, lei è molto preoccupata. Mi chiedo con quale spirito si possa lavorare in queste condizioni".
    Le due storie, dice ancora Proietti, "sono emblematiche dei rapporti che si sono creati in tante famiglie e di come queste donne siano ormai nei nostri cuori". Da qui nasce un appello da parte della responsabile della Sant'Egidio. "Se tutti, anche noi tra miliardi di persone comuni - continua -, manifestassimo questo bisogno di pace, allora tutti insieme potremmo fare qualcosa e dire che ci siano stancati. Lo dico anche da medico, la pandemia non è ancora finita e se ci fosse una recrudescenza? Per questo noi cristiani rispondiamo con la preghiera, perché gli uomini siano aperti al dialogo e perché la pace sia ristabilita con le leggi pacifiche della democrazia". Nella chiesa di San Lorenzo, sede della Comunità di Sant'Egidio, è stato organizzato tutte le sere alle 19 un momento di preghiera, mentre una veglia per la pace è stata programmata per sabato alle 18.30, sempre davanti alla stessa chiesa. All'incontro sarà invitata anche la comunità ucraina, per esprimere simbolicamente, conclude Proietti, "solidarietà e conforto".

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