Un'ispezione
ministeriale nel carcere di Spoleto è stata chiesta dal Sappe,
il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria "per verificare -
spiega una sua nota - le molte anomalie che si registrano
sistematicamente sull'organizzazione del lavoro del personale,
sui mancati trasferimenti dei detenuti che si rendono
protagonisti di più eventi critici finalizzati ad alterare
l'ordine e la sicurezza interna, sulla mancata attuazione delle
sanzioni disciplinari rivolte agli stessi detenuti
dell'istituto, con conseguente inasprimento della tensione nella
casa di reclusione di località Maiano".
Il Sappe ha interessato i vertici dell'amministrazione
penitenziaria nazionale e regionale, preannunciando lo stato di
agitazione dei poliziotti aderenti allo stesso Sindacato.
"Abbiamo segnalato in più occasioni al dipartimento
dell'Amministrazione penitenziaria di Roma ed al Provveditorato
interregionale Toscana-Umbria di Firenze - spiega Fabrizio
Bonino, segretario nazionale per l'Umbria del Sindacato autonomo
polizia penitenziaria - le significative disfunzioni e gli
inconvenienti che riflettono sulla sicurezza e sulla operatività
della casa di reclusione di Spoleto e del personale di polizia
penitenziaria".
Il Sindacato segnala "una grave carenza di organico" e critica
l'operato della direttrice del carcere, Chiara Pellegrini.
"Occorre - afferma il Sappe - che le Autorità ministeriali
intervengano con la massima sollecitudine, con una ispezione
interna e con l'avvicendamento del direttore, visto che sono le
sue determinazioni e soprattutto la sua mancanza di
provvedimenti a creare difficoltà e disagi".
Sostegno alle proteste del Sappe Umbria arriva da Donato Capece,
segretario generale del Sindacato.
"Le denunce sulla presunta mala gestione del carcere di Spoleto
- dice - sono dettagliate e gravi. Vanno approfondite e vanno
presi subito provvedimenti. Il personale di polizia
penitenziaria si sente abbandonato a se stesso".
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