"Durante l'emergenza Covid-19 anche in Valle d'Aosta i medici e tutti i sanitari sono stati definiti a più voci 'eroi', 'angeli' dalla politica, dalla direzione aziendale e dai cittadini. E mentre i cittadini hanno dato vita ad un concreto e spontaneo movimento di aiuto con raccolte fondi, la direzione aziendale e la politica hanno inizialmente sottovalutato e inseguito le inesorabili implicazioni della pandemia, per poi programmare presente e futuro della sanità pubblica ospedaliera e territoriale senza alcun coinvolgimento proprio degli 'eroi' né tantomeno delle organizzazioni sindacali che li rappresentano". Lo scrivono in una nota le organizzazioni sindacali della Dirigenza medica-sanitaria-veterinaria pubblica ospedaliera (Aaroi-Emac, Anaao Assomed, Cimo, Fp-Cgil Medici, Fesmed, Fvm-Sivemp, Snr-Fassid) in occasione della Festa del lavoro.
"Atteggiamento antisindacale da parte dell'Usl Valle d'Aosta? Pare proprio di sì. Sino ad ora i sindacati non sono stati consultati e/o coinvolti dall'Azienda nelle scelte organizzative, delle quali sono venuti a conoscenza solo tramite i mezzi stampa. E nelle tre riunioni sindacali svoltesi in videoconferenza, convocate su specifica richiesta da parte delle ooss, la direzione strategica si è dimostrata scarsamente collaborativa e talvolta superficiale" si legge ancora. Secondo i sindacati "è nel momento delle riaperture che si chiede un maggior coinvolgimento, perché portiamo le voci di chi ai pazienti deve dare delle risposte: in questa fase, in cui il picco emergenziale pare (e speriamo resti tale) lievemente calato, la carta vincente sarebbero l'accordo e la collaborazione".
Ancora: "Ci si chiede se sia stato fatto tutto il possibile per contenere l'epidemia e se siano stati tutelati tutti i lavoratori. Se da un lato lo stato di emergenza ci ha colto impreparati, dall'altro dalla direzione strategica di un'azienda con circa 2500 dipendenti ci si aspetterebbe una maggior efficienza. La gestione territoriale dell'emergenza, la limitazione delle ospedalizzazioni attraverso la gestione a domicilio è stata la chiave, purtroppo attivata in ritardo, per rendere più mite la già tragica ondata di malati ricoverati".
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