"Inaugurare un monumento
alla memoria dello sterminio di Rom e Sinti attuato dai nazisti
è un atto dovuto e anzi giunge con troppo ritardo. La Shoah
degli Ebrei e il Porrajmos dei popoli nomadi sono parte di uno
stesso progetto disumano. Io ricordo, perché io c'ero". Così la
senatrice a vita Liliana Segre nel messaggio inviato a Lanciano
dove oggi, nel Parco delle Memorie, davanti a Villa Sorge che fu
campo di internamento, è stato inaugurato il primo monumento in
Italia dedicato al 'Samudaripen', il genocidio di oltre mezzo
milione di Rom e Sinti perpetrato nei campi di sterminio dal
nazifascismo durante la Seconda guerra mondiale.
Il messaggio è stato letto dal senatore Luigi Manconi,
presidente dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali
(Unar), e applaudito dai tanti presenti. "C'ero in quei campi di
sterminio in cui, insieme agli ebrei, anche altre minoranze
vennero annientate. Tra queste, il gruppo più numeroso fu
proprio quello degli appartenenti alle popolazioni dei Rom e
Sinti. E dire che ad Auschwitz inizialmente la condizione dei
prigionieri nel 'lager degli zingari' aveva suscitato la nostra
invidia. Lì non erano stati separati, gli uomini dalle donne,
gli abili al lavoro dagli inabili, e le famiglie vivevano unite
nelle loro baracche, e avevano conservato anche i loro vestiti.
Sentivamo le loro voci, le voci dei bambini, li consideravamo
fortunati. Solo dopo capimmo cosa li aspettava. Ce ne accorgemmo
una mattina in cui quei rumori non li sentimmo più e nelle loro
baracche vuote regnava un silenzio spettrale".
"Durante la notte tutti, uomini, donne, bambini, vecchi -
continua il messaggio di Liliana Segre - erano stati portati
nelle camere a gas e sterminati. Chi ha vissuto tutto ciò non
può non trovare scandaloso l'oblio che perlopiù è caduto sullo
sterminio dei nomadi. Il monumento che oggi inaugurate è giunto
troppo tardi e sicuramente è troppo poco, ma se serve a
riprendere un cammino di memoria, di conoscenza e di coscienza
costituirà comunque un primo passo importante e significativo".
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