"Liris deve scegliere, se non si
dimette da consigliere, il presidente del Consiglio regionale
Sospiri applichi la legge e avvii il procedimento decadenza".
La scelta dell'assessore regionale al Bilancio e al Patrimonio
Guido Liris, di Fratelli d'Italia, dirigente medico in
aspettativa della Asl provinciale dell'Aquila, di tornare con un
contratto part time a fare il medico all'ospedale dell'Aquila
fatto insorgere il Pd: con una nota il segretario regionale,
Michele Fina, assieme ai consiglieri regionali Silvio Paolucci,
Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Sandro
Mariani e ai parlamentari Stefania Pezzopane e Luciano
D'Alfonso, sostengono che i due ruoli siano incompatibili ed
invitano all'ex vice sindaco dell'Aquila a scegliere: “o la
missione politica o di medico, altrimenti rischierebbe di
abdicare rispetto ad entrambe le funzioni". Liris è stato eletto
consigliere regionale alle regionali del 10 febbraio 2019 ed è
stato poi nominato assessore, sia pure con le dimissioni da
palazzo dell'Emiciclo, in virtù della legge elettorale abruzzese
che permette la surroga del primo dei non eletti fino a quando
il "titolare" non decade. "Prendiamo atto del gesto di
generosità dell'assessore, e consigliere regionale Liris che,
nel dimostrare il suo attaccamento alla terra e alla missione
raccolta con il giuramento di Ippocrate, decide di tornare in
servizio da dirigente medico della Asl 1. Ci chiediamo,
tuttavia, se questa decisione comporterà le sue dimissioni da
assessore e consigliere regionale - si legge nella nota -.
Altrimenti non potrebbe essere, perché il d.lgs. 165/2001
obbliga gli eletti in Consiglio regionale all'aspettativa
obbligatoria, con conservazione del posto di lavoro. Quindi,
l'unico modo, per Liris, di tornare a fare il medico, sarebbe
quello di smettere di fare l'assessore e il consigliere
regionale. Resta comunque da capire, al di là delle questioni
normative, come sarebbe possibile, in questo momento drammatico,
conciliare due ruoli di così grande impegno e di così grande
importanza. Ed è anche da capire, quale sarebbe l'utilità di
tutto questo, tolto il ritorno pubblicitario che, con ogni
ovvietà, è il fine della geniale trovata o, per meglio dire,
della sceneggiata, un altro capitolo dopo quello a cui ci ha
costretto ad assistere ieri il Presidente del Consiglio
regionale ammainando la bandiera europea”.
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