"La gestione di casi di Covid-19 in
pazienti con acuzie psichiatrica è molto complessa e proprio per
questo ci siamo organizzati per dare la migliore risposta
possibile". Lo afferma il direttore dell'Unita operativa
complessa Centro di salute mentale (Csm) della Asl di Pescara,
Sabatino Trotta, rispetto alla trasformazione della Psichiatria
di Pescara in reparto Covid-19 regionale, sottolineando che "la
mia preoccupazione forte, ora, è quella legata alla possibile
necessità di individuare una struttura protetta, tipo comunità
terapeutica, dedicata a pazienti Covid che, per quadro clinico,
non hanno bisogno del ricovero in ospedale".
"Casi di Covid in pazienti con acuzie psichiatrica prima o
poi dovevano capitare - osserva il direttore - ed era
altrettanto evidente che sarebbe successo a Pescara, dove si
registrano numeri più elevati. I reparti di Psichiatria sono
così specifici che non è possibile dividerli in aree Covid e
aree non Covid, quindi si è convenuto di dedicare un reparto a
livello regionale e di lasciare 'puliti' gli altri. Le altre
psichiatrie potranno così occuparsi esclusivamente dell'attività
ordinaria, accogliendo anche i pazienti pescaresi".
Due le case famiglia della Asl di Pescara, una nel capoluogo
adriatico e l'altra a Penne (Pescara). Luigia Dolce,
coordinatore della cooperativa La Rondine, che gestisce le case
famiglia e i centri diurni di riabilitazione psichiatrica
dell'azienda sanitaria, sottolinea che "le abbiamo mantenute
aperte, garantendo i Dispositivi di protezione individuale (Dpi)
a tutto il personale. Stiamo tutelando in ogni modo i pazienti,
non facendoli uscire, garantendo loro la spesa a domicilio -
aggiunge - Grande attenzione, ovviamente, al personale,
soprattutto a Penne, dopo che la cittadina è stata inserita in
zona rossa. Misuriamo la temperatura corporea agli operatori
all'inizio e alla fine di ogni turno e ci assicuriamo che non
abbiano avuto contatti conclamati con soggetti Covid-19. I
pazienti stanno tutti bene. Oltre ai servizi tipici, ci stiamo
concentrando anche sugli aspetti psicologici in questo momento
di emergenza".
Per quanto riguarda i centri diurni - ce ne sono tre, uno a
Pescara, uno a Penne e uno a Tocco da Casauria (Pescara) - dopo
la chiusura imposta dal decreto del premier Conte, prosegue
Dolce, "abbiamo attivato il monitoraggio telefonico con visite a
domicilio in caso di necessità. Abbiamo promosso, tra l'altro,
un monitoraggio con videoconferenze di gruppo, anche per portare
avanti le attività riabilitative che già erano in corso. C'è
anche un operatore che prepara dei tutorial per consentire ai
pazienti di continuare con la riabilitazione motoria. Per i
farmaci - conclude la coordinatrice della cooperativa - siamo
noi a fare da tramite con il Csm e a consegnarli a domicilio ai
pazienti, riuscendo così ad evitare che escano di casa".
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