"Noi non sappiamo niente, non
abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale. Abbiamo saputo
dalla stampa e dalla politica di una fantomatica lettera della
Prefettura dell'Aquila in cui si chiede alla Asl di verificare
le condizioni igienico sanitarie della struttura, ma non
sappiamo assolutamente nulla". Lo dice all'ANSA il direttore
della Caritas Diocesana di Pescara, don Marco Pagniello, a
proposito del presunto arrivo di cento migranti a Carapelle
Calvisio (L'Aquila). Alla politica il direttore dice che "le
cose andrebbero prima verificate" e che "non si può giocare
sulla pelle della gente né dei residenti né dei migranti".
All'inizio dell'emergenza coronavirus, spiega don Marco, "siamo
stati sollecitati dalle istituzioni, tra cui Prefettura di
Pescara e Regione Abruzzo, a individuare strutture per eventuali
emergenze, dai pazienti Covid-19 dimessi dagli ospedali alle
donne vittime di violenza e fino ai migranti. Su Pescara -
aggiunge - non abbiamo più strutture, l'unica disponibile era
quella di Carapelle Calvisio. Non si è mai parlato di cento
persone. Peraltro il nostro interlocutore è stato la Prefettura
di Pescara, mentre in questo caso è competente quella aquilana".
Dopo quella ricognizione, prosegue il direttore della
Caritas, "non abbiamo saputo più niente. La struttura è a
disposizione, ma vogliamo sapere chi ci va e secondo quali
procedure. Noi siamo per l'accoglienza, ma non vogliamo problemi
con la comunità locale. Deve esserci condivisione, elemento
fondamentale per favorire l'integrazione".
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