La sospensione delle
attività di accoglienza di immigrati nella struttura di
Pettorano sul Gizio, fino a quando non sarà risolta la difficile
e pericolosa pandemia, per la salvaguardia della pubblica
incolumità è stata chiesta al Prefetto dell'Aquila, Cinzia
Torraco e al sindaco Pasquale Franciosa, da un consistente
gruppo di cittadini residenti nel paese. I cittadini, allarmati
dalla notizia che otto migranti ospitati nella struttura sono
risultati positivi al coronavirus, ricordano che l'emergenza
sanitaria non è ancora cessata e secondo le direttive del
Governo ai residenti in Paesi a rischio pandemia è vietato
l'ingresso in Italia.
"Non ci spieghiamo come il nostro sindaco abbia potuto
accettare senza obiezione alcuna che immigrati provenienti
illegalmente da paesi a rischio vengano ospitati in dette
strutture in quarantena fiduciaria con solo test sierologico e
senza la certezza di un tampone negativo" sostengono i firmatari
della lettera. " Non possiamo dimenticare i disastri di questa
pandemia che ancora oggi rende difficoltose le nostre cure,
pertanto riteniamo assurdo e inaccettabile che tutto possa
ricominciare a causa di questo fenomeno incontrollato che non
finisce con gli otto positivi poiché se le strutture resteranno
aperte comunque ne arriveranno altri, come accade da circa
cinque anni e noi cittadini siamo costretti a vivere in
continua emergenza" sottolineano.
"Oltretutto la struttura di accoglienza corrisponde ad un luogo
di ristoro per molti camionisti e automobilisti per la buona
acqua fresca della fontana di Ponte d'Arce e come riferito dagli
abitanti circostanti gli immigrati in questione durante la
quarantena fiduciaria si sono mossi abbastanza liberamente.
Dobbiamo decidere o il Covid è un problema serio e come tale va
affrontato con regole serie applicabili anche ai migranti o è
uno scherzo e allora riapriamo tutto a tutti e smettiamola con
le restrizioni" conclude la lettera. Intanto la Lega ha
annunciato che manifesterà la propria protesta e il suo dissenso
per quanto sta avvenendo in questi giorni, proprio davanti alla
struttura di accoglienza a Ponte d'Arce.
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