La maggior parte dell'organico
Covid che opera dallo scorso settembre nella provincia
dell'Aquila, "quotidianamente impegnato e fortemente esposto a
rischio di contagio, esattamente come tutto il personale
scolastico, non ha ancora ricevuto la dovuta retribuzione". A
denunciarlo, dopo numerose segnalazioni ricevute, è la Flc Cgil
dell'Aquila che chiede agli Uffici Scolastici di impegnarsi
"affinché si provveda immediatamente ad un'emissione speciale da
parte del MEF per ripristinare un regolare rapporto tra lavoro e
retribuzione".
"Nella nostra provincia - spiega il sindacato in una nota -
l'Ufficio Scolastico competente ha stabilito di distribuire le
risorse necessarie alla stipula di contratti di supplenza dopo
aver avuto un'interlocuzione con le singole istituzioni
scolastiche. Non entriamo ora nel merito dell'entità né della
distribuzione delle risorse perché siamo romantici e non ci
piace giocare facile, ma possiamo affermare senza ombra di
dubbio che la modalità scelta dall'amministrazione di assumere
questo personale è stata poco funzionale ed estremamente
problematica".
"Non siamo in grado di risalire esattamente alla fonte del
problema - si prosegue nella nota - perché le informazioni che
abbiamo quando ci rivolgiamo alle amministrazioni scolastiche o
quando lo stesso nazionale si rivolge al Ministero sono
discordanti, contraddittorie e senza regia. Non sappiamo, di
fatto, se tale gravissimo ritardo derivi dal black out
ministeriale dei mesi scorsi, quando lo stesso Ministero
dichiarò candidamente di aver sbagliato i conti e, quindi, di
dover rivedere la distribuzione delle risorse alle regioni. Per
la regione Abruzzo questo si tradusse nella nota dell'Ufficio
Scolastico Regionale del 20 ottobre che ordinava alle scuole di
interrompere la stipula di contratti COVID".
"Sappiamo però - scrive la Flc Cgil - che i lavoratori e le
lavoratrici hanno il diritto ad essere immediatamente pagati.
Sappiamo che non vogliamo più tranquillizzare persone che ci
raccontano di non essere più in condizione di affrontare le
spese di viaggio per raggiungere la sede di servizio o, docenti
che ci dicono che non possono permettersi le spese del vivere
quotidiano in attesa del pagamento".
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