L'attivazione di un ambulatorio
finalizzato alla ricerca e alle cure post covid "per fare esami
a coloro che hanno avuto il covid al fine di rivalutare i
pazienti guariti che possono avere ancora dei sintomi o sequele
legate al Covid".
E' il progetto, in via di ultimazione, al quale sta lavorando il
primario di malattie infettive dell'ospedale San Salvatore
dell'Aquila, Alessandro Grimaldi. L'infettivologo, in
collaborazione con altri specialistici, ha già cominciato a
sottoporre, anche telefonicamente, gli ex contagiati ad un
questionario utile valutare la presenza e la entità dei
disturbi e dei sintomi legati al covid: l'obiettivo è valutare
300 persone.
"La malattia non sempre si risolve con la negativizzazione e
spesso causa postumi anche importanti. Stiamo lavorando e presto
saremo pronti - spiega l'infettivologo -. Insieme alla mia
squadra composta da medici e paramedici il cui impegno e la cui
professionalità sono straordinari, siamo partiti con l'invio di
questionari a persone che sono state ricoverate o curate a
domicilio. Contiamo con la approvazione della Asl e della
Regione di attivare un ambulatorio per valutare oltre 300
persone a cui stiamo mandando il questionario per poi fare gli
esami ed i controlli necessari. Per fare questo però bisogna
evitare assolutamente una terza ondata, sarebbe difficile se ci
fosse una nuova impennata".
Grimaldi ha già fatto verifiche strutturate nel corso della
prima ondata: "abbiamo verificato al termine della prima ondata
che il covid non causa solo danni all'apparato respitarorio ma
anche cardiaco e ad altri organi ed apparati, come ad esempio
fegato, reni, encefalo per verificare elementi neurologici e
neurospichiatrici - continua il medico -. L'attivazione
dell'ambulatorio è un modo efficace per ricercare le complicanze
ma anche per assistere e continuare a curare i pazienti: il
covid non si ferma con l'uscita e la negativizzazione, in alcuni
casi con la guarigione clinica non coincide con la
negativizzazione. Lo abbiamo capito nella prima fare quando
abbiamo rivalutato circa 70 pazienti con lo studio pubblicando
in una rivista internazionale specializzata. Il problema è
determinato da sintomi persistenti e prolungati: tra i più
frequenti, fiato corto, cafelee, difficoltà a concentrarsi,
perdita della memoria e dolori muscolari. Abbiamo indirizzato
alcuni verso la riabilitazione respiratoria. Stiamo valutando
che ci sono anche conseguenze irreversibili: abbiamo visto danni
permenenti ai polmoni come la fibrosi polmonare - conclude
l'infettivologo tra coloro in prima linea nel corso della
impennata di contagi che ha caratterizzato la provincia
dell'Aquila fino alla fine dello scorso mese di novembre.
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