"Valentina è un talento perché
altrimenti non farebbe quello che fa, perché non è che tutti
possiamo fare le stesse cose nello sport: uno ha il talento nel
nuoto, uno nell'atletica, uno nel curling, abbiamo visto quello
che è successo alle olimpiadi invernali. Il talento è necessario
per eccellere in determinati sport, però non è che basta il
talento per poter diventare un campione". A spiegarlo è il il
direttore generale di Aquaniene e socio del Circolo Canottieri
Aniene, Gianni Nagni, interpellato in occasione del premio Fin
Abruzzo 2021 assegnato a Valentina Procaccini, classe 2008, di
Montesilvano, trasferitasi da un anno e mezzo a Roma al CC
Aniene per coltivare il suo sogno di diventare una campionessa
di nuoto.
Nagni, prima di diventare dirigente di Aquaniene, è stato
atleta e allenatore: campione e primatista italiano negli 800 e
1500 stile libero dal 1978 al 1981, tecnico della nazionale dal
2000 al 2010 con all'attivo tre Olimpiadi (Sidney 2000, Atene
2004, Pechino 2008) e otto mondiali.
"Per poter diventare un campione - spiega all'ANSA - ci
vogliono tre componenti fondamentali: il fisico, la testa,
l'ambiente e la struttura dove l'atleta si allena. Quando queste
tre cose coincidono allora si può pensare di poter raggiungere
un giorno risultati importanti: se manca soltanto una di queste
cose è impossibile. L'aspetto mentale, caratteriale, secondo me
incide moltissimo; in una olimpiade la testa incide per il 70%
della prestazione, perchè in una finale olimpica i primi otto
atleti che gareggiano sono tutti preparati bene, se no non ci
arrivano, però quello che vince è quello che ha più testa".
Nei giorni scorsi la Procaccini ha fatto registrare il record
italiano di categoria Ragazzi nei 400 stile libero con 4'12''48,
mentre negli 800 stile libero con 8'35''29 ha fatto registrare
la terza prestazione mondiale di tutti i tempi della categoria
Ragazzi e il decimo tempo assoluto italiano.
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