"Il caro bollette è un'altra
tegola, dopo la pandemia, che si abbatte sulla gestione
impiantistica perché è una situazione che crea grosse
difficoltà: anche lì però c'è un problema professionale che non
è stato evidenziato, ma bisogna tenerne conto". A sottolinearlo
è il direttore generale di Aquaniene e socio del Circolo
Canottieri Aniene, Gianni Nagni, interpellato a proposito delle
difficoltà delle piscine a venire fuori dalla crisi generata da
due anni di pandemia.
Nagni, prima di diventare dirigente di Aquaniene, è stato
atleta e allenatore: campione e primatista italiano negli 800 e
1500 stile libero dal 1978 al 1981, tecnico della nazionale dal
2000 al 2010 con all'attivo tre Olimpiadi (Sidney 2000, Atene
2004, Pechino 2008) e otto mondiali.
Secondo Nagni dovrebbe essere Sport e Salute (azienda
pubblica del Mef che fa da riferimento per tutta l'attività di
base, ndr) a interagire con il Governo, per individuare fondi
dal Pnrr o per intervenire sulle accise, proponendo
agevolazioni o il loro azzeramento, per affrontare il 'caro
bollette'. "Perchè - dichiara all'ANSA - non considerare lo
sport dell'impiantistica di base per il benessere della salute
al pari di strutture che hanno delle agevolazioni? Tanto più che
se uno viene in piscina fa sport e grava meno sul sistema
sanitario nazionale; quindi alla fine si realizza comunque un
risparmio".
Parlando dei problemi delle piscine Nagni sottolinea che "già
prima del Covid qualcuno aveva dei problemi, ma riusciva a
sopravvivere. Nel momento in cui c'è stata la pandemia si è
resettato tutto: chi stava in leggera difficoltà prima, durante
e dopo la pandemia o soccombe o chiude la piscina o non riesce a
gestirla nuovamente perchè le difficoltà sono venute alla luce
tutte insieme. Quindi soltanto le società virtuose e gli
impianti sportivi ben gestiti, dopo le numerose problematiche di
questi due anni, sono riusciti quantomeno a sopravvivere".
"Una volta - ricorda - la gestione degli impianti veniva
fatta anche da appassionati o da volontari piuttosto che da
gente che magari veniva dal settore, adesso la gestione di
impianti sportivi deve essere fatta come una vera e propria
azienda dello sport. Quando gestisci l'attività dove hai a che
fare con fornitori, utenze, collaboratori, personale dipendente
e utenti, devi avere delle capacità gestionali non indifferenti,
secondo quella che è l'organizzazione prevalentemente
aziendale".
Tornando alla questione del 'caro bollette' Nagni sostiene
che cambiare fornitore spesso può risultare una soluzione
errata. "Io stabilisco un rapporto di fiducia con il consulente
dell'azienda che presumo sia quella giusta - spiega - e
pattuisco il miglior prezzo possibile ovviamente per uno o due
anni considerato che il mercato è libero. Visto che siamo
un'azienda e che devo presentare un bilancio preventivo in
assemblea ai soci, i costi devono essere quantomeno certi:
siccome so più o meno quanto consuma il mio impianto devo avere
dei prezzi stabili".
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