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Locasciulli, 'nemico dei talent, bruciano i sogni dei giovani'

Locasciulli, 'nemico dei talent, bruciano i sogni dei giovani'

Cantautore pennese, 'per un ragazzo che vince migliaia illusi'

VILLA SANTA MARIA, 09 dicembre 2024, 19:53

Redazione ANSA

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"Non amo i talent show perché per un ragazzo che vince ce ne sono centinaia, migliaia che non passano le selezioni e vedono bruciare i propri sogni.
    Sono prima illusi e poi buttati via. I produttori, solo a caccia del 'prodotto', non tornano più e la loro vita, da un punto di vista del sogno si trasforma in un incubo. Ecco perché sono nemico dei talent e non li amo per niente". Così Mimmo Locasciulli, premio Tenco 2024, intervistato a margine del corso di formazione 'Musica e parole, le produzioni dialettali in Abruzzo: l'informazione attraverso la tradizione orale', organizzato a Villa Santa Maria dalla Fondazione 'Peppino Falconio' in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti d'Abruzzo.
    "In questi giorni - ha raccontato Locasciulli - ho incontrato un grande della musica del passato come Shel Shapiro. Abbiamo parlato di tante cose e anche di talent show. Ci siamo trovati sul fatto che chi crede in quello che fa non va nei talent.
    Quando i ragazzi mi mandano le demo per chiedermi un consiglio la risposta è sempre la stessa: suonare e cantare è nutrimento per lo spirito, per la soddisfazione personale e per i propri sogni. Se sono rose fioriranno, altrimenti sarà bello comunque perché non c'è bisogno del successo per coltivare l'amore per la musica. Io ho cominciato per passione non pensando che un giorno sarei diventato musicista e non pensando al successo come unico obiettivo".
    Durante la chiacchierata il cantautore abruzzese ha poi parlato della recente vittoria al Premio Tenco e di dove sta andando la musica contemporanea. "Non credo molto nei premi - ha spiegato - però il Club Tenco è rimasto forse l'ultimo baluardo a difesa della canzone d'autore. Quando ero giovane ero bombardato da tante proposte musicale. Ma comprendevo che tipo di proposte fossero anche se molte non mi piacevano. Oggi invece c'è una difficoltà di comprensione dei mille generi che vengono proposti. Perché se è vero, come è vero, che la musica deve esprimere il sentimento del tempo e se la musica è la voce dell'anima, oggi molti ragazzi sono succubi di un tempo malato e vittime di una zoppìa preoccupante che spesso si riflette nelle proposte musicali".
   

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