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ANSAcom - In collaborazione con Federbeton
Far conoscere a chi vive nel territorio la realtà della filiera del cemento, per evidenziare l’importanza di puntare sui prodotti italiani in un settore importante dell’economia italiana, ma anche per far conoscere gli aspetti ambientali che riguardano la filiera. A spiegarlo è Roberto Callieri, presidente di Federbeton, a margine dell’apertura al pubblico della cementeria di Calusco D’Adda. “La filiera del cemento e del calcestruzzo è parte integrante del territorio cui appartiene e siamo felici di poter accogliere quanti lo vorranno nei siti aperti in tutta Italia. L’Italia vanta un’industria all’avanguardia per i prodotti edilizi ed è tra i primi al mondo in questo campo per capacità realizzativa. Il Porte Aperte sarà un’occasione per raccontare, attraverso la voce e l’esperienza delle persone, la qualità dell’industria italiana” ha detto Roberto Callieri. “Dovremmo aver imparato che dipendere da altri Paesi in settori come quello delle materie prime è sempre un rischio. Le nostre imprese producono materiali Made in Italy, innovativi e affidabili per la realizzazione di costruzioni sicure, sostenibili e durevoli. La preferenza, nello sviluppo delle opere pubbliche, per la provenienza italiana o europea dei materiali da costruzione rappresenta un passo fondamentale verso la tutela della competitività della nostra filiera, della sicurezza delle opere e della loro sostenibilità”. “Per la filiera del cemento la decarbonizzazione è una sfida più impegnativa che per altri comparti. Nella produzione di cemento, infatti, il 60-70% delle emissioni dirette di CO2 deriva dalle stesse reazioni chimiche di processo ed è quindi incomprimibile. Ciò rende necessario il ricorso alla cattura della CO2, una tecnologia legata a investimenti ben superiori rispetto a quelli di altri settori energivori. Ciò implica investimenti per 4,2 miliardi di euro, oltre a extra-costi operativi pari a circa 1,4 miliardi annui” ha concluso il presidente di Federbeton.
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