"La Commissione è consapevole delle difficoltà nella gestione dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Alcune segnalazioni ricevute e le notizie riportate dai media indicano che il network regionale delle installazioni per lo smaltimento de rifiuti non appare pienamente operativo". Lo ha detto un portavoce della commissione europea, precisando che "per il momento non ci sono però prove chiare di infrazioni della legislazione comunitaria". La stessa fonte ha poi ricordato che "spetta alle autorità nazionali la principale responsabilità di assicurare che le reti per la gestione dei rifiuti funzionino in modo appropriato e trovare soluzioni per risolvere le difficoltà. In ogni caso la Commissione continuerà a monitorare la situazione nel Lazio e l'applicazione del piano di gestione dei rifiuti".
Secondo fonti europee, le notizie sulla situazione della gestione dei rifiuti nel Lazio appaiono contraddittorie. La Commissione Ue sta seguendo la situazione dei rifiuti in questa regione dopo la presentazione di alcune petizioni riguardanti specifiche discariche, come ad esempio quella di Cupinoro, ma anche denunce presentate da cittadini e organizzazioni, e interrogazioni parlamentari, nonché attraverso il monitoraggio del corretto impianto del Piano regionale di gestione dei rifiuti. Il contesto fattuale e giuridico della situazione nel Lazio è comunque diverso da quello esistente in Campania, precisano le fonti. Nel 2008 è esplosa una crisi di gestione dei rifiuti in Campania, che ha portato alla sentenza della Corte di giustizia che ha condannato l'Italia per la mancanza di un sistema integrato di gestione dei rifiuti nella Regione. Nel 2014 la Corte ha condannato nuovamente l'Italia al pagamento di sanzioni finanziarie per non avere dato esecuzione al precedente giudizio della Corte. Nel Lazio non esiste né una crisi così manifesta né una sentenza della Corte di giustizia che constati la mancanza di un efficiente sistema di gestione dei rifiuti nella regione.
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