In questi giorni New Delhi gareggia con Pechino per il tasso di inquinamento atmosferico, ma mentre ieri la capitale cinese per la prima volta ha lanciato un 'allarme rosso', la metropoli indiana non ha preso alcune misure. Lo scrive oggi in prima pagina The Hindustan Times. Quattro centraline di monitoraggio, ad Anand Vihar, Mandir Marg, RK Puram e Punjabi Bagh hanno registrato ieri un alto livello di veleni nell'aria secondo un indice governativo che si chiama 'National Air Quality Index' (400 su un massimo di 500). La situazione è apparsa particolarmente critica ad Anand Vihar, nell'est della capitale, dove il particolato MP10 alle 20 ora locale era a 1.903 microgrammi per metro cubo, ovvero 19 volte gli standard indiano di 100. All'inquinamento record hanno contribuito le condizioni atmosferiche, ma anche il traffico per la presenza simultanea di 25 mila matrimoni celebrati in un giorno che secondo i sacerdoti indù era il più propizio dell'anno. Gli esperti prevedono che la cappa di smog rimarrà per i prossimi tre giorni. Alcuni giorni fa sotto pressione dei tribunali e dei media, le autorità di Delhi hanno deciso di limitare il traffico a partire dal primo gennaio con la formula delle 'targhe alterne'. Ma la misura ha sollevato molte perplessità ed è stata definita 'non praticabile' per la mancanza di un piano di trasporti pubblico per i proprietari degli oltre otto milioni di veicoli che ogni giorno saranno interessati dal divieto. Oltre 2,7 milioni di auto e 5,8 di motocicli sono immatricolati nella capitale a cui si aggiungono i mezzi che provengono dalle città dell'hinterland.
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