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ANSAcom - In collaborazione con Deloitte Italia
“Il ruolo del professionista, dell’umano, resta centrale, ma dobbiamo vedere l’Intelligenza Artificiale come una nuova ‘collega’ di lavoro: se sapremo usarla riusciremo ad andare avanti, in caso contrario arretreremo parecchio”. È quanto afferma Francesco Di Costanzo, presidente PA Social, fondatore e presidente Fondazione Italia Digitale, che ha partecipato insieme a Mario Imparato, partner Deloitte, all’evento ANSA organizzato in collaborazione con Deloitte Italia e dedicato all’impatto dell’IA sull’industria degli audiovisivi e della fotografia. Il convegno, promosso dall’Osservatorio IA di ANSA per il ciclo ‘La Fabbrica della Realtà’, è stato realizzato insieme ad Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche, Audiovisive e Digitali), e Airf (Associazione Italiana Reporters Fotografi). “La sfida più grande di oggi è avviare il processo di sperimentazione, costruirsi un bagaglio di conoscenza e arrivare allo step successivo”, dice Imparato. “È un mare ancora un po’ confuso, ogni mese ci sono evoluzioni e novità, ma le applicazioni sono tantissime: l’IA permette, ad esempio, di trasformare un servizio fotografico in un prodotto che possa essere riadattato e riutilizzato – racconta il partner Deloitte – oppure consente di effettuare ricerche in vastissimi archivi di contenuti altrimenti difficili da consultare”. “Per chi fa comunicazione, l’IA e anche la realtà virtuale hanno introdotto strumenti straordinari, io vedo qualche stortura ma tante opportunità”, aggiunge Di Costanzo, sottolineando però il grande problema dell’Italia: “C’è un problema culturale in generale in Italia, questi sono strumenti che vanno conosciuti e utilizzati al meglio, di base non sono né buoni né cattivi. Come è successo con i social network – dice Di Costanzo – una parte del Paese si trova più avanti, e ce n’è un’altra che rincorre”.
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