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ANSAcom - In collaborazione con Assolatte
Con un fatturato di 4,9 miliardi di euro nel 2023 e un aumento dell’11,6% rispetto all’anno precedente, crescono le esportazioni nel settore lattiero caseario raggiungendo quasi le 600mila tonnellate in termini di volume (+5,7%).
È quanto emerge dalla 79esima assemblea di Assolatte, che si è svolta questa mattina all’hotel Principe di Savoia di Milano e alla quale ha preso parte anche il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Sul piano geografico, quindi, il Mercato Comunitario ha offerto un approdo sicuro, soprattutto nella top 3 costituita da Francia (+6,8%), Germania (+8,9%), Spagna (+7,4%) e nell’Est Europa. In quest’ultima area ha spiccato la Polonia, tra tutti il mercato più dinamico, con ben +30,5%. Al di fuori dell’Europa hanno invece frenato Canada (-7,6%), Giappone (-8,2%) e Corea del Sud (-7,2%). Anche il Regno Unito - sulla scia della recessione in atto nel Paese – e gli Stati Uniti – doppio effetto di inflazione e svalutazione del dollaro – hanno mostrato qualche segnale di frenata pur chiudendo l’anno, il secondo, con segno positivo (+1,2%). Cina, Emirati Arabi ed Arabia Saudita sono stati i mercati con la crescita percentualmente più rilevante in extra-UE (+18,3%, +11,5%, +5,3%).
Dal punto di vista della produzione, stando ai dati diffusi oggi, il settore ha registrato un +2,2%, con il Nord Italia sempre più determinante nelle consegne di latte bovino, trainate dal +0,7% messo a segno dalla Lombardia, unica regione in crescita significativa a parziale compensazione di un’erosione dei volumi diffusa e, specie nelle regioni centro-meridionali e montane, piuttosto marcata. Sud e Isole conservano la loro centralità nel latte delle altre specie, con il 76% della produzione ovi-caprina e l’87% di quella bufalina. La mozzarella si conferma il formaggio italiano più prodotto (circa 380.000 tonnellate), consumato ed esportato, seguito - nell’ambito dei freschi - da mascarpone e burrata. Strategici per il settore sono poi alcuni formaggi Dop, che rappresentano circa la metà della produzione casearia nazionale. In aumento, in particolare, i volumi di Pecorino Romano (+12,4%), Grana Padano (+4,8%) e Gorgonzola (+2,6%); variazioni più contenute hanno riguardato Parmigiano Reggiano e Mozzarella di Bufala Campana (-0,2%).
Le IG residue hanno segnato un -1,4%. Sul piano merceologico, le vendite sono state trainate dal grande comparto freschi, con la mozzarella che ha messo a segno un +3,9%, burrate e mascarponi in avanti di oltre il 10%. Seguono i grattugiati (+7,1%), Grana Padano e Parmigiano Reggiano in pezzi (+6,1%) e altri stagionati duri (+7,8%). Un lieve aumento (+1,1%) ha coinvolto anche il Gorgonzola. Sono apparsi in sofferenza, invece, i formaggi a minore diffusione o comunque meno consolidati sui mercati esteri e il pecorino (-6,2%).
ANSAcom - In collaborazione con Assolatte
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