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Insidie della bronchiolite, da ossigeno a necessità intubare

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Insidie della bronchiolite, da ossigeno a necessità intubare

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In collaborazione con Consiglio Regionale Lazio

Villani: 'Un sogno avere a disposizione prevenzione per Rsv'

Roma, 13 marzo 2024, 14:33

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Alberto Villani Coordinatore Pediatria Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durante il convegno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alberto Villani Coordinatore Pediatria Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durante il convegno - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Villani Coordinatore Pediatria Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, durante il convegno - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con Consiglio Regionale Lazio

Lo definisce un sogno quello di avere a disposizione un nuovo anticorpo monoclonale efficace e sicuro e che riduca i ricoveri per bronchiolite Alberto Villani, coordinatore della pediatria dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù all’incontro nella sede del Consiglio Regionale del Lazio dal titolo 'Infezioni da Rsv: nuovi strumenti per la tutela della salute dei bambini'. Un sogno che spera si realizzi in tempi brevi anche nel Lazio, dopo i passi in avanti di Lombardia e Puglia, per iniziare a proteggere almeno i bimbi che nascono nel periodo più complesso, quello della prossima stagione influenzale, 15-18mila. Al Bambino Gesù nell’ultima stagione epidemica i ricoveri sono stati 300, 100 nella sede di Palidoro. Negli ospedali un forte afflusso di pazienti porta anche come conseguenza a un riadattamento dell'organizzazione, che viene fatta in maniera più o meno estemporanea. “L’esordio della bronchiolite - spiega l’esperto - è in genere fatto semplicemente di un po' di rinite, qualche colpo di tosse,non sempre c'è febbre. Poi il bambino, in genere molto piccolo, inizia ad avere difficoltà di alimentarsi, e questo è uno dei cardini dell'aggravamento che in genere si verifica in terza o quarta giornata - specifica Villani - la terapia è rappresentata dalla somministrazione dell'ossigeno, somministrato direttamente e questa è la modalità con la quale si riesce a proteggere più del 50% dei bambini. In altri bambini l’ossigeno va mandato in maniera più importante, ma talvolta anche questo non è sufficiente, bisogna poi ricorrere invece a una ventilazione non invasiva. Questo rappresenta un preallarme, la possibilità che il bambino possa peggiorare e aver poi bisogno invece di una ventilazione invasiva. In non tutte le strutture questo è possibile. E poi c'è purtroppo una percentuale di bambini che finisce intubata”. Importanti sono le conseguenze eventuali della malattia nei primi anni di vita, oltre anche al fatto che potrebbero diventare degli adulti in cui, per esempio, insorgerà prima la broncopneumopatia cronico-ostruttiva, avranno un decremento della potenzialità respiratoria anticipato. “Abbiamo la possibilità di disporre di un anticorpo monoclonale usato ampiamente e diffusamente in molte nazioni - conclude - uno degli esempi più significativi è quello che è accaduto in Spagna e in particolar modo in una regione che è la Galizia, con una riduzione superiore all'80% dei ricoveri”.

ANSAcom - In collaborazione con Consiglio Regionale Lazio

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