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ANSAcom - In collaborazione con Consiglio Regionale Lazio
Il virus respiratorio sinciziale, che causa la bronchiolite con conseguenze e strascichi spesso anche molto gravi, Simona Barbaglia, presidente dell’associazione Respiriamo insieme, lo ha guardato in faccia e affrontato tramite suo figlio. In quel momento non vi era una strategia di prevenzione, un nuovo anticorpo monoclonale che oggi si è dimostrato sicuro ed efficace, riducendo in alcune realtà dove si utilizza, come la Galizia in Spagna, dell’80% i ricoveri. Oggi la donna spiega in collagamento nel corso di un incontro nella sede del Consiglio Regionale del Lazio dal titolo 'Infezioni da Rsv: nuovi strumenti per la tutela dei bambini' che “il costo eventuale della copertura legata alla prevenzione del virus respiratorio sinciziale sarebbe stato di 1000 euro, volendo esagerare. Ad oggi mio figlio è costato solo di ricoveri più di 70mila euro. Senza contare le terapie riabilitative, i farmaci”. “Quando si parla di prevenzione non si parla di spesa, ma di investimento -aggiunge - proteggere i servizi sanitari regionali da spese che si potrebbero risparmiare”. Accanto a questo vi è poi il fattore umano, legato alle difficoltà vissute dalle famiglie dei bimbi molto piccoli che affrontano ricoveri spesso molto lunghi e faticosi con la bronchiolite. “Oggi come potremmo come associazioni di pazienti, medici, dare supporto e conforto a una madre, un padre che si trova ad avere un bimbo con un caso di bronchiolite con esiti gravi - conclude - degli strumenti ci sono, la possibilità di proteggere il proprio figlio c’è, ma per carenza di informazione o di accesso a questo strumento di prevenzione non si è potuto salvare. Tutti i giorni con i nostri volontari diamo sostegno e conforto ai genitori, oggi non avremmo davvero una giustificazione”.
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