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ANSAcom - In collaborazione con Eli Lilly
Il percorso di approvazione di un nuovo principio attivo in Europa è quasi 100 giorni più lungo rispetto a quanto avviene in Usa. Occorrono in media 430 giorni, rispetto ai 334 degli Stati Uniti. L’Ue è più lenta anche del Canada, dove occorrono 351 giorni, dell’Australia (347), del Giappone (322). Il processo potrebbe essere abbreviato dalla proposta di revisione della legislazione farmaceutica adottata dalla Commissione europea e oggi all’esame del Parlamento e del Consiglio europeo che snellisce il processo decisionale. Tuttavia, nonostante questo intervento, l’Europa rimarrebbe ancora circa un mese e mezzo più lenta degli Usa. È una delle critiche espresse dalla farmaceutica Eli Lilly alla riforma europea, in occasione dell'evento “Europa in salute. Sfide e opportunità per il futuro” tenutosi a Roma. L’azienda “riconosce i vantaggi derivanti dalla riforma proposta dalla Commissione Europea, ma ritiene cruciale evidenziare alcuni aspetti che, se non migliorati, possono incidere negativamente sulla competitività industriale e sull’autonomia strategica dell’Unione Europea e dell’Italia, in un contesto geopolitico sempre più sfidante”, spiega in una nota. “È certamente un momento storico, un momento di svolta per l’Italia e l’Europa per rimanere un terreno competitivo con il resto del mondo in termini di attrattività di investimenti privati nella ricerca e sviluppo di farmaci”, commenta Federico Villa, associate vice president Corporate Affairs & Patient Access, Eli Lilly Italia. “Noi, come industria del settore impegnata in Italia sia nella parte di ricerca sia di produzione e sviluppo, ci aspettiamo un sistema sempre più rapido in termini di valutazione, di definizione di prezzo di rimborso per garantire l’arrivo della nostra innovazione ai pazienti che ne hanno più bisogno”, ha aggiunto. “Ci aspettiamo, inoltre, che, oltre alle riforme strutturali, vengano fatte delle riforme di processo che aiutino a sburocrattizare, semplificare e accelerare l’arrivo della nostra innovazione al letto del paziente”. Tra le criticità individuate da Eli Lilly nella nuova proposta di legislazione farmaceutica europea, anche l’allentamento della proprietà brevettuale, una misura che per l’azienda può compromettere la capacità dell’Ue di attrarre ricerca, sviluppo e innovazione terapeutica.
ANSAcom - In collaborazione con Eli Lilly
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