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ANSAcom - In collaborazione con Johnson & Johnson
Gli effetti della pandemia sono ancora visibili sul benessere mentale degli studenti universitari. Una recente ricerca condotta dall’Universitа degli Studi di Milano–Bicocca e dall’Universitа del Surrey (Regno Unito) ha mostrato che il 67% degli intervistati riporta sintomi o atteggiamenti di ansia sociale generalizzata e il 20% di loro ammette di essere affetto da ansia o depressione. I dati sono stati proposti nel corso dell’evento di presentazione di Fattore J, progetto promosso da Johnson & Johnson e Fondazione Mondo Digitale che punta ad avvicinare i giovani ai temi della salute. In progetto è stato presentato questa mattina all’Università Campus Bio-Medico di Roma. “Uno studente su cinque delle nostre università ha problemi di salute mentale importanti. Sentiamo la responsabilità di poter contribuire, come azienda impegnata in questo settore, a portare innovazione e tanta educazione agli studenti delle nostre scuole”, afferma Alessandra Baldini, direttore Medical Affairs di Johnson & Johnson. La salute mentale, insieme all’oncologia - specie il tumore al polmone - e l’Hiv, è tra i temi al centro dell’edizione di quest’anno di Fattore J che vuole raggiungere 5mila studenti delle scuole superiori e delle università. “Sappiamo che il 70% dei fumatori comincia prima dei 18 anni: è perciò urgente cominciare a fare prevenzione nelle scuole”, aggiunge Baldini. “Per quanto riguarda l’Hiv, un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità ha messo in evidenza che le diagnosi di pazienti con infezioni da Hiv stanno crescendo e sono sempre più tardive. Quindi un problema che pensavamo di avere superato, in realtà, non lo è più: dobbiamo ritornare a sensibilizzare tutta la popolazione, e i giovani in particolare, sulla prevenzione”, conclude.
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