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ANSAcom - In collaborazione con Gilead
Il Covid è passato da un'emergenza mondiale, da una questione legata alla salute pubblica, a una tematica da affrontare come medicina di precisione. Con l'obiettivo di usare al meglio (e di più) i farmaci antivirali in modo da evitare il rischio di long Covid e delle tante patologie correlate che possono insorgere.“La disponibilità di farmaci antivirali ha cambiato il rischio di mortalità e di ospedalizzazione dei pazienti – dichiara Giovanni Guaraldi, professore ordinario di Malattie infettive dell'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, colui che dirige l'ambulatorio long Covid a Modena -. Fino ad oggi abbiamo affrontato il Covid come una questione di salute pubblica, oggi invece parliamo di medicina di precisione: abbiamo vaccini efficaci e dobbiamo rompere questa barriera di esitazione che serpeggia nella popolazione generale. Ci sono due farmaci antivirali: usati nella frase precoce o nel paziente più grave sono in grado di ridurre la mortalità. E inoltre hanno un altro grande vantaggio, hanno la capacità di cambiare la nostra risposta immune a lungo termine di questa malattia. È necessario allora usarli”. Per Guaraldi “la parola chiave è la prevenzione. Prevenzione vaccinale ma anche con la terapia antivirale. Il long Covid esiste, dobbiamo essere chiari”.“Troviamo ancora troppa esitazione, stavolta da parte dei medici di base, nella prescrizione di questi antivirali o all'interno delle strutture ospedaliere – precisa Guaraldi -. Dobbiamo renderci conto che il termine di paragone è sul lungo periodo”.“Un aspetto è chiaro – conclude Guaraldi -. Oggi sappiamo che, se il long Covid, è sostenuto da una condizione infiammatoria, l'approccio più importante è cercare di controllare tutte le condizioni che sostengono l'infiammazione, partendo dagli stili di vita e da un adeguato controllo delle alterazioni metaboliche”.
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