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ANSAcom - In collaborazione con Cifa Italia
Diffondere nel mondo del lavoro la Just Culture, un nuovo approccio alla sicurezza sul lavoro che prevede la collaborazione dei dipendenti, già applicato nel settore dell’aviazione civile. Ne hanno parlato, nell’ambito della Fiera Ambiente Lavoro in corso a Bologna, Andrea Cafà, presidente di Cifa Italia e di Fonarcom, Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal, Marco Di Giugno, professore di Diritto della navigazione dell’Università di Enna e direttore Analisi giuridiche e contenzioso dell’ENAC, Pietro Antonio Sirena, già presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e della 4° sezione penale della Corte di Cassazione e Manlio Sortino, presidente di Epar. A moderate l’incontro è stato l’avvocato giuslavorista Fabrizio Di Modica.
Se si applica la Just Culture sono “gli operatori in prima linea” a segnalare le criticità, ha spiegato Marco Di Giugno. “Questi lavoratori – ha aggiunto - non devono temere l’applicazione di sanzioni nel caso in cui segnalino una situazione di rischio”. “Se attraverso la segnalazione noi riusciamo ad individuare l’anello debole della catena, c’è una buona probabilità che gli eventi gravi non accadano - ha aggiunto - Favoriamo le segnalazioni e facciamo in modo che gli operatori di prima linea non abbiano paura a segnalare quello che non va. Un piccolo segnale è un campanello d’allarme per evitare che incidenti gravi come quello di Brandizzo si possano verificare”.
Osservazioni condivise anche dal presidente Sirena, che ha allargato la riflessione anche al whistle blowinig. "La Just Culture nasce a tutela di chi ha commesso un reato con colpa lieve e che dovrebbe collaborare, ma teme di farlo perché le sue dichiarazioni potrebbero essere usate contro di lui, ma in questo modo viene prodotto. Il whistle blower, invece, non ha commesso reati, ma denuncia i difetti della Pa o dell’impresa in cui lavora. Se la normativa lo tutela, potrà denunciare senza tema di ritorsioni, tutelando vite umane”.
Per il presidente Sirena, infine, di recente la normativa italiana, recependo una direttiva Ue, “apre la strada ad un mondo nuovo, dove la collaborazione avrà un ruolo fondamentale". Ottimista è il presidente Cafà: "Nell’ambito di sicurezza siamo pronti a fare dei passi avanti - ha osservato - La Just Culture è una possibile ‘cura’ e può fare il suo ingresso anche nelle Pmi. Noi siamo in grado, in ambito contrattualistico, di andare a tutelare la collaborazione del lavoratore che punta al miglioramento del sistema di sicurezza all’interno dell’azienda. Ci piacerebbe da questa esperienza ricavare un manuale d’istruzioni per addetti ai lavori per portare la Just Culture anche nelle Pmi".
Sulla stessa linea il segretario generale della Confsal Margiotta, per il quale "la nuova frontiera della sicurezza passa attraverso il coinvolgimento attivo dei lavoratori". Particolarmente soddisfatto Manlio Sortino, presidente di Epar, recentemente riconosciuto come organismo paritetico nazionale con decreto del ministero del Lavoro. Sortino ha illustrato l'impegno dell’ente bilaterale nel promuovere la formazione per la sicurezza: "Continueremo a raccogliere, implementare e proporre il meglio di quanto si produce nel campo. Anche qui puntiamo alla qualità più alta". Sulla Just Culture è allo studio una bozza di legge delega, che verrà illustrata il 17 ottobre a Roma nell’ambito della prima conferenza nazionale sul tema.
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