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ANSAcom - In collaborazione con Camera di Commercio Pordenone-Udine
"Non ho voluto mancare a questo confronto su temi così importanti di carattere generale e globale, perché uno sguardo sul futuro e sul sistema di competizione mondiale e internazionale che ci vede coinvolti costringe anche chi fa politica ad alzare un po' lo sguardo dal dibattito di ogni giorno e dalle polemiche talvolta evitabili, per tentare di ragionare insieme in maniera costruttiva e non ideologica sulle grandi sfide che dobbiamo affrontare". Lo ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani al forum Open Dialogues for the Future, organizzato dalla camera di commercio di Pordenone-Udine con The European House Ambrosetti. "Il momento è tale da interrogare la coscienza e la responsabilità di chi fa politica e di chi fa impresa - ha continuato - e il quadro internazionale è particolarmente incerto e in continua evoluzione perché quello che stiamo vivendo, come dice il professor Tremonti in un suo libro, è la fine dell'utopia della globalizzazione e di un mondo di pace che ne sarebbe derivato". "Oggi accade esattamente il contrario - ha precisato - tornano di grande moda le bandiere, i confini, la necessità di fare la guerra per difendere la propria identità e indipendenza, si combatte in trincea per difendere il proprio territorio. E scopriamo di essere dipendenti sul versante energia da Paesi non perfettamente democratici, e di essere perciò ricattabili". E' significativo in questo scenario, ha detto Ciriani, che "il parlamento italiano martedì abbia approvato una missione di difesa che riporta le navi italiane nella zona del mondo, il Mar Rosso, dove una nostra nave è stata attaccata da una forza ostile, per garantire i nostri passaggi commerciali e tutelare i nostri porti, da Trieste a Genova". "Dunque diventa sempre più urgente riflettere - ha concluso - sugli assetti economici e politici che noi come Paese intendiamo difendere, dinanzi a una competizione spesso non condotta ad armi pari".
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