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ANSAcom - In collaborazione con Camera di Commercio Pordenone-Udine
"Sono completamente d'accordo con l'obettivo del governo israeliano di cercare di distruggere Hamas, i terroristi e i loro leader, rendendo il nemico incapace di ricostituirsi, e ottenendo la restituzione degli ostaggi, ma penso che il mindset e l'approccio a questa campagna dovrebbe essere rivisto in una direzione più chirugica e meno militare". Lo ha detto l'ex direttore della Cia e presidente del Kkr Global Institute David Petraeus in una videointervista resa pubblica oggi al forum Open Dialogues for the Future, organizzato da Cciaa Pn-Ud e The European House-Ambrosetti, in corso a Udine. "Una strategia - ha continuato - che consiste nel 'ripulire' un'area dal nemico e poi tenerla sotto controllo, procedendo poi con l'area limitrofa allo stesso modo per togliere al nemico la possibilità di ricostituirsi altrove e riguadagnare terreno. Una volta ripulita un'area - ha precisato - si dovrebbe consentire ai civili di rientravi, e poi mantenerla sotto il proprio controllo per dare sicurezza e far capire alla popolazione civile che la loro vita sarebbe migliore senza Hamas. E ciò permetterebbe anche ai milioni di rifugiati nel sud di Gaza di tornare alle loro case nel settentrione della Striscia. Tutto questo richiederebbe diversi mesi, ma anche - ha ribadito - un cambiamento di mentalità". Secondo Petraeus, "in ogni operazione bisogna evitare di crearsi ulteriori nemici nella popolazione civile". "E' dunque fondamentale - ha concluso l'ex direttore della Cia - valutare se le azioni che si pongono in essere siano fatte in modo da non crearsi ulteriori nemici. In caso contrario, quell'operazione va riconsiderata".
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