Crimini che non possono essere commessi in nome dell'Islam, sostengono in molti fedeli, a cominciare dall'ambasciatore saudita in Italia, Rayed Krimly, che in una nota scrive: "neppure gli animali ne' le belve potrebbero commettere atti simili a quelli perpetrati da terroristi che, senza senso, uccidono esseri umani innocenti". Per questo, "mi unisco con fermezza a tutta l'umanità nel celebrare la vita e nel difendere la nostra esistenza collettiva dal male assoluto del terrorismo". Tante le sigle e le associazioni musulmane che hanno raccolto l'invito a una mobilitazione "delle musulmane e musulmani che, isolando ogni pur minima forma di radicalismo, protegga in particolare le giovani generazioni dalle conseguenze di una predicazione di odio e violenza in nome della religione".
Promotori dell'iniziativa, fra gli altri, il segretario generale del Centro Culturale d'Italia della Grande Moschea di Roma, Abdellah Redouane, il responsabile della Confederazione Islamica Italiana musulmani dal Marocco, Zidane el-Amrani Alaoui, il presidente dell'Unione delle Comunità Islamiche d'Italia, Izzedin Elzir, il vicepresidente della Coreis, l'imam Yahya Pallavicini e Omar Camiletti, Tavolo interreligioso di Roma. Dal canto suo, anche la Comunità del mondo arabo (Co-Mai) che aderisce all'appello, invita "tutti i cittadini arabi, musulmani, ebrei, italiani, stranieri a scendere in piazza alzando la propria voce". "Dobbiamo essere uniti contro il terrorismo e la violenza feroce che si abbatte sui civili di tutte le religioni", ha ricordato il presidente, Foad Aodi.
(ANSAmed).
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