L'accordo con la Cosco è stato firmato ad Atene lo scorso fine settimana e, dopo la ratifica da parte del Parlamento prevista nei prossimi giorni, potranno cominciare i lavori di ampliamento del lato occidentale del porto che vedrà così aumentare la capacità totale del terminal container a 7,2 milioni di unità equivalenti a 20 piedi (Teu, la misura standard di volume nel trasporto dei container) all'anno entro il 2021. Ciò consentirà al maggiore porto ellenico di gestire i volumi di traffico necessari per farlo diventare il principale punto di accesso per il commercio dall'Asia verso l'Europa.
Le altre tratte di questo asse internazionale del commercio si trovano nei Balcani e più a Nord - in Paesi come Serbia, Montenegro e Ungheria - dove sono già in corso di realizzazione i progetti per un valore di oltre 3,5 miliardi di euro tesi a migliorare le infrastrutture ferroviarie e stradali.
Tali progetti rientrano nell'ambito dell'ambizioso programma cinese "Le nuove Vie della Seta" una delle quali, denominata "la Via della Seta marittima del 21.mo secolo", passerà appunto attraverso il Pireo.
"L'investimento di 230 milioni di euro da parte della Cosco in Grecia è il più grande dall'inizio della crisi e renderà il Pireo la maggiore porta d'ingresso nel Mediterraneo e in Europa", ha dichiarato il ministro della Marina Mercantile Miltiadis Varvitsiotis.
Uno studio condotto dalla Banca nazionale di Grecia ha evidenziato che un incremento del traffico merci del Pireo a 4,7 milioni di Teu nel 2015 dai tre milioni nel 2012 potrebbe portare ogni anno alla Grecia ricavi aggiuntivi per 900 milioni di euro, un valore aggiunto del 0,4% al PIL e circa 9.000 nuovi posti di lavoro. (ANSAmed).
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