Tra il 2010 e il 2020, "le aziende
agricole della Basilicata sono diminuite di quasi un terzo
(-32,4 per cento); sono diminuite, in particolare, le aziende
sotto i 50 ettari di superficie agricola utile, e soprattutto le
micro-aziende fino ai due ettari (-53,2 per cento di aziende e
-50,1 per cento di superficie agricola utile)": lo ha detto, in
una nota, la Cia agricoltori Basilicata.
Si tratta - secondo l'organizzazione di categoria - di "un
fenomeno più marcato nelle zone più svantaggiate montane e
collinari dove le aziende di famiglia o con un solo titolare
sono la grande maggioranza. In questo contesto nuove risorse e
una strategia politica mirata al rilancio delle aree interne
montane sono una priorità". Riferendosi agli "investimenti
sostenuti direttamente dagli agricoltori, le aziende lucane che
hanno effettuato almeno un investimento innovativo nel triennio
2018-2020 sono circa 1,9 mila, pari al 5,4 per cento delle
aziende agricole regionali, una quota significativamente
inferiore a quella nazionale (undici per cento). Le aziende che
investono nella meccanizzazione sono 58,4 per cento di quelle
che innovano; si tratta della modalità principale, coerentemente
con la distribuzione nazionale. Nell'ambito delle prime otto
tipologie di investimento più diffuse a livello italiano,
seguono per la Basilicata l'impianto e la semina (21,7 per
cento), la lavorazione del suolo (19,8 per cento) e
l'irrigazione (15,3 per cento); anche a livello nazionale gli
investimenti nella lavorazione del suolo sono più diffusi di
quelli nell'irrigazione".
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