"Ci auguriamo che, grazie alla
nuova ordinanza, nelle prossime due settimane la curva dei
contagi possa scendere. Abbiamo la necessità di far
decongestionare gli ingressi negli ospedali e di fermare
l'aumento dei contagiati. Tutti insieme ce la facciamo". Lo
afferma il presidente facente funzioni della Regione Calabria
Nino Spirlì, in merito all'ordinanza emanata oggi che istituisce
due zone rosse e 7 arancioni in altrettanti comuni calabresi.
"La nostra regione, come tutte le altre d'Italia - spiega -,
non è esente dagli attacchi del Covid-19, per cui, di volta in
volta, per contrastarlo, bisogna stabilire ciò che è buono e ciò
che non lo è. In questi giorni, ho incontrato rappresentanze
colte dei sanitari calabresi e studiosi del fenomeno; mi
confronto costantemente con le categorie interessate alle
decisioni che devono essere prese e mi fido anche di quel poco
tempo che prendo per me per poter decidere".
Quanto alla paventata chiusura delle scuole, Spirlì
chiarisce: "Se ne è parlato troppo, si sono fatte congetture
senza voler accertare che le decisioni, in questo frangente, non
possono essere figlie né degli entusiasmi, né della fretta o
della leggerezza. Firmare un'ordinanza è una cosa seria e mi
sento di dire, in perfetta coscienza, che il tempo che di volta
in volta mi prendo è quello giusto, il risultato di una serie di
consultazioni e di studi di dati precisi che devono essere
valutati prima di qualsiasi decisione. Non ho mai interloquito
con il premier Conte, mentre è vero che mi sento giornalmente
con i ministri interessati alle problematiche di cui mi occupo
in quel determinato momento. Non c'è mai stata la volontà di
chiudere tutte le scuole della regione, non ce ne sarebbe stato
motivo perché non tutto il territorio della Calabria vive le
stesse ansie e le stesse preoccupazioni di alcuni territori".
"L'ordinanza di oggi - continua il presidente ff - è
specifica e chiarisce un concetto che noi stiamo tenendo vivo
nelle decisioni finali: esistono zone fortemente colpite, le
zone rosse, altre che sono altamente colpite, le zone arancione,
e poi territori che sono tenuti sotto sorveglianza giorno dopo
giorno. Sappiamo perfettamente che le scuole non sono un luogo
di contagio, ma sono frequentate da persone e, molto spesso, gli
asintomatici non sanno di essere vittima del virus. Per cui,
fermo restando che non è in discussione il sistema scolastico e
la grande capacità che ha dimostrato fino a oggi di garantire e
tutelare studenti e il personale docente e non, abbiamo la
necessità, in quei paesi dove il numero dei malati ha superato
un certo coefficiente, di fermare le attività che creino motivi
di vicinanza. Dobbiamo essere pazienti, tranquilli, e riflettere
su tutte le cose che facciamo. Dobbiamo essere accorti nei
nostri spostamenti, nei nostri gesti, in tutto quello che
facciamo. Non diamo per scontato che il virus possa essere
lontano da noi. Ricordiamoci di usare le mascherine, di
sanificare le mani e di lavarle spesso".
"Abbiamo insegnato tanto a molti durante la prima ondata.
Questo - conclude il presidente ff della giunta - non è un nuovo
lockdown, ma è comunque un periodo molto duro perché la seconda
ondata potrebbe essere più lunga rispetto a quanto noi speriamo
che sia. Mi auguro che potremo costantemente comprenderci
vicendevolmente. Non sarà mai preso un provvedimento contro
qualcuno, cercheremo sempre di fare gli interessi di tutti".
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