Si è concluso davanti ai
giudici del Tribunale di Vibo Valentia con 25 condanne, 13 non
doversi procedere e 7 assoluzioni il filone in ordinario del
processo "Costa Pulita" scaturito dall'omonima operazione
antimafia che il 20 aprile 2016 portò all'arresto di numerose
persone ritenute presunti vertici o gregari dei clan di
'ndrangheta Accorinti di Briatico, Mancuso di Limbadi e della
famiglia Il Grande di Parghelia. In questo troncone gli imputati
sono 45 - in abbreviato l'appello si è concluso con 22 condanne
e 7 assoluzioni - accusati a vario titolo di associazione
mafiosa, estorsione, usura, concorso esterno in associazione
mafiosa, appalti truccati, danneggiamenti, detenzione illegale
di armi, intestazione fittizia di beni e società, corruzione
elettorale, ingerenze negli appalti pubblici, aggravati dalle
modalità mafiose. Tra gli imputati anche imprenditori, ex
amministratori comunali e rappresentanti di uffici tecnici di
enti locali.
Il tribunale ha emesso il verdetto con un ammontare totale di
pene di 140 anni di reclusione a fronte dei 300 chiesti il 12
gennaio scorso dal pm della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci.
Riconosciuto il risarcimento del danno, da liquidarsi in sede
civile, nei confronti delle civili, tra le quali l' Associazione
antiracket e antiusura della provincia di Vibo Valentia, il
ministero dell'Interno, il commissario straordinario del governo
per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, la
Regione Calabria, la Provincia e il Comune di Vibo e i Comuni di
Parghelia e Briatico.
La pena più pesante, 13 anni e 8 mesi, è stata inflitta al
presunto boss Pantaleone Mancuso "Scarpuni", mentre Domenico
Mancuso, figlio di Peppe detto "'mbrogghja" ha avuto 6 anni e 6
mesi. L'ex assessore di Briatico Domenico Marzano, è stato
condannato a 9 anni e 2 mesi, Armando Bonavita, figlio del
defunto boss Pino a 5 anni.
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