"Abbiamo iniziato, c'era una
grande tensione da parte mia, sono sicuro che sarà un percorso
certamente difficile, impegnativo, sia dal punto di vista
giuridico che da un punto di vista umano ed emotivo". Apparso
col viso stanco, emozionato e anche un po' teso, Vincenzo
Chindamo, ha partecipato alla prima udienza del processo a
carico di uno dei presunti responsabili dell'omicidio della
sorella, Maria, l'imprenditrice rapita e uccisa davanti alla sua
azienda a Limbadi il 6 maggio 2016 e il cui corpo è stato dato
in pasto ai maiali e i resti triturati da un trattore.
Vincenzo Chindamo non ha nascosto il peso emotivo del
processo che andrà ad affrontare: "Abbiamo aspettato otto anni,
adesso la paura dei tempi si è affievolita. Siamo tutti fermi a
seguire con grande attenzione ogni passo di questo cammino. Mi
ha fatto piacere avere accanto anche tanti amici, le
associazioni, tante persone che si sono affiancate e che hanno
dimostrato vicinanza a solidarietà".
Presente all'avvio del dibattimento era anche l'associazione
Libera rappresentata dal referente provinciale Giuseppe
Borrello.
Vincenzo Chindamo, assistito quale parte civile dall'avvocato
Nicodemo Gentile, ha raccontato che già da ieri sera ha ricevuto
messaggi e attestati di solidarietà e questo, ha detto, "ci fa
sentire sempre meno soli e ci conforta veramente tanto".
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