Ha vinto il no al referendum
consultivo per l'istituzione della "Città unica" di Cosenza, con
la proposta di fusione con i comuni di Rende e Castrolibero. La
percentuale dei voti contrari alla "Città unica" é stata il
58,23%, contro il 41,02 dei favorevoli. Gli elettori che hanno
espresso il loro diniego sono stati , complessivamente, 14.539,
mentre quelli che hanno votato sì sono stati 10.241.
A dire no al referendum sono stati soprattutto i cittadini di
Rende e
Castrolibero, mentre la percentuale dei sì è stata più alta a
Cosenza.
Bassa, inoltre, la percentuale degli elettori che hanno
partecipato alla consultazione, che é stata il 26,02 degli
aventi diritto. Il referendum, comunque, aveva carattere
consultivo e non era soggetto a quorum.
Soddisfazione é stata espressa dagli esponenti dei comitati del
no al referendum, in particolare l'ex sindaco di Rende Sandro
Principe, l'ex consigliere regionale Mimmo Talarico e l'attuale
sindaco di Castrolibero Orlandino Greco, che dal primo momento
avevano espresso la loro contrarietà alla fusione. "Il popolo -
ha detto Principe - ha temuto di subire un sopruso ed un vero e
proprio atto di prepotenza, con la paura di compiere un salto
nel buio".
Secondo i fautori del sì, invece, sulla sconfitta hanno
pesato l'astensione, specie nella città di Cosenza, ed una
comunicazione sbagliata. Il vicepresidente del Consiglio
regionale, Pierluigi Caputo, di Forza Italia, vicino al
presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha detto che "di
sicuro c'è stato una comunicazione sbagliata e che sulla fusione
qualcuno ha fatto terrorismo psicologico. La discussione,
comunque - ha aggiunto Caputo - continuerà. L'obiettivo resta
importante e cercheremo di capire come poter andare avanti nel
nostro impegno".
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