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Al MANN dal 22 aprile 'Monumento Memento' di Yvonne De Rosa

Il progetto fotografico "A Mia Madre" in dialogo con le sculture

(ANSA) - NAPOLI, 21 APR - Sarà inaugurata domani nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli la mostra 'Monumento Memento' di Yvonne De Rosa a cura di Simone Maria Azzoni; il progetto espositivo è un corpus di 49 opere tratte della monografia "A Mia Madre" edita da Roberto Nicolucci Editore. 'Monumento Memento, si sottolinea, "è prima di ogni cosa un racconto, un viaggio che attraversa il tempo e lo sospende. Se a "A Mia Madre" è un archivio di voci, segni, fotografie di giovani e giovanissimi passati dalla Nunziatella di Napoli, Monumento Memento è la riconfigurazione di quell'archivio: estetica, discorsiva, formale. Le storie diventano affluenti della Storia, a nuovi custodi del presente è affidato il capo del 'filo che s'addipana'". La mostra sarà esposta al MANN fino al 22 luglio nella sala dedicata ai Tirannicidi.
    "Nella camera delle meraviglie dei Tirannicidi - scrive il curatore Simone Maria Azzoni - 'A Mia Madre' è l'intimità nell'eroico, la contraddizione nella celebrazione. De Rosa, 'disinnescando' il monumento, sovverte la linea del tempo, sostituisce il senso definitivo con la domanda, svela la pace mentre rivela la guerra. Nella nobile dimensione 'pubblica' del Museo, innesta una possibilità per contestare la memoria, quella collettiva, quella eroica della libertà e della ribellione 'al tiranno'. Qualcos'altro abita ora lo spazio: dittici come ex voto, cartoline come reliquie di tombe, lettere. Uno sfregio al monumento, alla nobiltà dello stesso marmo, quello della Nunziatella, quello delle statue classiche. Il passato si ricostruisce in un gesto che restaura la linea del futuro. Là dove le arti si davano appuntamento in un gioco di rinvii e accordi, c'è ora un nuovo luogo delle relazioni abitato da inedite corrispondenze". “Ho cercato di operare una sottrazione di 'misura e di peso' - dice Yvonne De Rosa - di cercare nell’imponente monumentalità uno spazio dell’intimità. Le azioni belliche sono sottratte al tempo si fanno presente e via d'accesso ad un tempo comune: quello in cui di una lettera di un giovane soldato diventa la lettera di tutti i soldati. Parlando della guerra egli dice in una accorata lettera a sua madre : “nulla si può sperare da ciò che ci circonda se non inganni e disillusioni..”.” Nella dimensione 'pubblica' del Museo, Yvonne De Rosa, si aggiunge, "innesta una possibilità per contestare la memoria, quella collettiva, quella eroica della libertà e della ribellione 'al tiranno'. In quell'ideale s'insinua il reale, tremendo. È uno strappo nell'immobilità, una sottrazione di misura e di peso. Nell'imponente monumentalità si dispiega violentemente lo spazio dell'intimità. Gesta sottratte dal tempo si fanno presente e via d'accesso ad un tempo comune, quello di una lettera di un giovane soldato". Yvonne De Rosa nasce a Napoli. Dopo aver conseguito una laurea in Scienze Politiche nella Federico II, si trasferisce a Londra, dove si dedica allo studio della fotografia conseguendo un Post Graduate Degree in Photography alla Central Saint Martins e un Master Degree in Fotogiornalismo al London College of Communication. Dal 2004 ad oggi ha pubblicato, curato ed esposto i propri lavori in contesti nazionali ed internazionali. Nel 2015 fonda, a Napoli, l’associazione Magazzini Fotografici di cui è tutt’oggi direttrice artistica. (ANSA).
   

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