"A Melania, Parolisi dava
solo i soldi della spesa quotidiana. Anche questo è stato
accertato dai soldi in tasca, dai pochi euro che aveva a casa,
dal fatto che non potesse neppure comprarsi le sigarette, né
avere un'auto per gli spostamenti".
È indignata la replica dell'avvocato Mauro Gionni, legale
della famiglia Rea, dopo le parole pronunciate da Salvatore
Parolisi nell'intervista trasmessa ieri dalla trasmissione "Chi
l'ha visto?". L'ex militare condannato a 20 anni per l'omicidio
della moglie avvenuto il 18 aprile 2011 al Bosco delle
Casermette di Ripe di Civitella (Teramo) ha ancora volta detto
di non aver ucciso lui la donna con la quale viveva a Folignano
(Ascoli Piceno) ma non ha nemmeno avuto belle parole per
Melania. "Le davo ogni mese 500 euro sui 1.300 che guadagnavo:
se non è amore questo…", addossandole anche la responsabilità
delle sue scappatelle avute negli anni.
"Parolisi ha preso 20 anni solo perché all'epoca gli fu
contestata una unica aggravante (non anche i futili motivi, né
la premeditazione) che consentiva l'ergastolo, e cioè la
crudeltà" sottolinea l'avvocato Gionni. "Quell'unica aggravante
cadde in Cassazione, secondo noi in modo errato - insiste il
legale -, perché fu crudele uccidere la madre, sapeva della
presenza della figlia sul posto e non sapeva neppure che fine
avrebbe fatto la stessa. Non era solo una questione di numero di
coltellate che possono non incidere se l'arma è piccola e
servono per uccidere". Il penalista ascolano dubita che Parolisi
abbia avuto l'autorizzazione per il rilascio dell'intervista
durante l'uscita in permesso premio e annuncia che farà
approfondimenti sul punto.
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