Peronospora della vite, la
problematica fitosanitaria è emersa nel corso del Consiglio
dell'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della
provincia di Avellino.
Secondo quanto sottolinea il presidente Francesco Castelluccio.
"il 2023 finora è stato caratterizzato, purtroppo, dalle anomale
condizioni climatiche che stanno determinando una drastica
riduzione delle produzioni viticole in tutto il territorio
nazionale tra cui anche l'Irpinia. L'intera penisola ha vissuto
un inverno mite e poco piovoso, con solo 280 mm di pioggia da
gennaio ad aprile, poi invece si sono susseguite piogge
ininterrotte che hanno interessato i mesi di maggio e giugno per
un totale di 40 giorni di piogge e ben 300 mm di acqua caduti al
suolo sul nostro territorio. La pioggia quotidiana non ha
permesso l'ingresso in campo agli agricoltori al momento
opportuno per adempiere alla necessaria difesa fitosanitaria,
infatti gli agricoltori hanno potuto effettuare gli interventi
necessari solo nelle piccole tregue che la pioggia concedeva e
con una forte riduzione dell'efficacia dei trattamenti stessi,
legato proprio all'azione dilavante delle copiose piogge. Queste
particolari ed anomale condizioni climatiche: pioggia, elevata
umidità, temperature favorevoli e impossibilità ai trattamenti,
hanno permesso al pericoloso fungo "Plasmopara viticola"
(Peronospora della vite) di trovare le condizioni ottimali per
il suo sviluppo con una fortissima pressione del patogeno,
infezioni a cicli sovrapposti ed elevata dannosità a tutti gli
organi della pianta: foglie, tralci, fiori e grappoli
(peronospora larvata) compromettendo la produzione di molti
vigneti sia termini quantitativi che qualitativi. Le varietà
irpine maggiormente colpite risultano l'aglianico e il greco di
tufo con una percentuale di danno stimato pari all'incirca al
70-80% a seguire poi il fiano e la falanghina con altri vitigni,
con una percentuale di danno stimata all'attualità pari a circa
il 50%", sottolinea Castelluccio.
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