Sequestri al clan Cesarano, tra
Castellammare di Stabia (Napoli) e Trento: quote sociali e
patrimonio aziendale di due società di vendita e di noleggio di
veicoli - auto, moto, imbarcazioni - per un valore di circa
200mila euro. Società attive anche nel porto di Castellamare di
Stabia.
La misura scaturisce dagli approfondimenti patrimoniali messi
in atto dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della
compagnia di Castellammare di Stabia e coordinati dalla Dda di
Napoli, in merito alle investigazioni sul clan Cesarano che
avevano consentito di disarticolare i vertici del sodalizio ed
erano sfociate in misure cautelari personale per 18 indagati,
eseguite dai carabinieri lo scorso 10 luglio.
Nello specifico, le attività di indagine avevano permesso di
raccogliere gravi indizi circa l'attuale operatività del clan
Cesarano, tra estorsioni, traffico di sostanze stupefacenti e
detenzione di armi, finalizzata all'acquisizione del controllo
delle attività illecite e lecite di Castellammare di Stabia, di
Pompei e delle zone limitrofe. Le indagini avevano inoltre
permesso di ricostruire gli assetti organizzativi, direttivi ed
operativi del clan, e di raccogliere gravi indizi di
colpevolezza non soltanto in ordine alla commissione di una
serie di reati ma anche in relazione al tentativo degli indagati
di ripulire i proventi delle attività illecite mediante il loro
reinvestimento in beni mobili e in settori imprenditoriali come
quello del noleggio auto e quello nautico.
Più precisamente, nel corso delle investigazioni si è potuto
ipotizzare che la sede di un autoconcessionario fosse divenuta
la base logistica del clan Cesarano e la sede di periodiche
riunioni degli affiliati. Non solo. Tre indagati, ritenuti ai
vertici del clan, avrebbero trasferito denaro nel noleggio di
autovetture e di imbarcazioni presso il porto Turistico di
Marina di Stabia, creando una società ad hoc, in modo da
ostacolare l'identificazione della loro provenienza.
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