"Attraverso il Marmo Rosso di Vitulano cerco di rappresentare l'animo umano realizzando soprattutto figure femminili tese, da un lato, a spronare alla sostenibilità ambientale e, dall'altro, a mirare verso valori trascendenti". Così lo scultore del paese sannita Mariano Goglia spiega il senso delle delle sue opere -'Il 'Grande Volo' e 'Gea' - esposte, fino a sabato prossimo, 18 novembre, in una mostra a Monaco di Baviera, nel Consolato Italiano. Opere inserite, insieme con quelle di artisti internazionali, nella rassegna 'Gocce di vitae' aperta il mese scorso in occasione della 'Lunga notte dei musei di Monaco di Baviera'. Un matrimonio fra arte italiana e vino campano (col Sannio Consorzio Tutela Vini guidato da Libero Rillo) che ha conquistato il pubblico tedesco come ha detto Sergio Maffettone, console generale d'Italia. Le 15 opere (sculture e ceramiche), realizzate da cinque artisti, sono state illustrate dal curatore, il collezionista d'arte e giornalista Gerardo Antelmo, e da due artisti internazionale autori di alcune delle opere esposte. Il vino, durante l'evento, ha rappresentato un complemento ideale alle realizzazioni artistiche: "L'arte e il vino sono due tratti identitari italiani. L'Italia è conosciuta nel mondo per l'arte e per il vino; per questo abbiamo creato il movimento Gocce di Vitae e realizzato l'esposizione di Monaco" ha sottolineato Antelmo.
In questo quadro lo scultore Goglia propone le due opere in Marmo Rosso di Vitulano: "Profondamente legato ai materiali della tradizione, dei luoghi in cui è cresciuto e si è formato, l'artista - si afferma nella nota di illustrazione dei lavori - utilizza con disinvoltura il legno, il marmo, il ferro e la creta, innestando, ogni volta con profonda intensità, un'energia primigenia all'interno della materia lavorata". Tra i numerosi filoni tematici portati avanti dall'artista, predominante risulta l'indagine sulla figura femminile "che, esaltata in tutta la sua sensualità anatomica, diventa portatrice di stabilità e fierezza, e la riscoperta di un indefinito mondo antico, in cui valori umani universali sbiaditi tornano a parlarci con forza". "Nell'opera in mostra una misteriosa figura femminile si eleva in volo sospinta da uno stormo di uccelli, incisi dall'artista nella base della scultura". Con il capo rivolto all'indietro, in un atto di abbandono, la figura si lascia andare ad un'ascesa verso l'infinito". Lo scultore di Vitulano, attivo sulla scena contemporanea da oltre un ventennio, ha esposto presso istituzioni italiane e straniere. Lo scultore ha sviluppato uno stile figurativo "personale e carico di lirismo - si evidenzia ancora - nel quale la michelangiolesca potenza dei corpi e l'ideazione di complessi intrecci compositivi, convive in modo coerente con sculture più asciutte ed essenziali, dal sapore etrusco e primo novecentesco, affrontando l'universo dell'animo umano e creando nell'osservatore un mistico senso di contemplazione". Caratterizzata da una forte policromia materica 'Gea' comprende in sé molteplici elementi coloristici e minerali, condensati insieme in un intenso volto femminile. "Omaggiando Gea, dea primigenia venerata nella classicità come madre-terra, generatrice degli elementi naturali e di tutti gli esseri viventi, la scultura simboleggia il femmineo arcaico, caratterizzato da un'incontrollata energia creatrice, capace di accogliere in sé tutto l'esistente". Creando un ponte tra mitologia greca e mondo contemporaneo, Mariano Goglia "prende spunto da una divinità classica per condurci ad un'analisi sul tempo presente, invitandoci ad una riflessione sul delicato rapporto uomo- natura ed esortandoci ad una maggiore tutela degli ecosistemi naturali". L'attività scultorea di Goglia arricchisce il percorso d'arte a 'cielo aperto' nel comune sannita, situato vicino alla Chiesa della Santissima Trinità, nel quale sono esposte opere dello scultore e di altri artisti (frutto, per questi ultimi, delle diverse edizioni del Simposio sul Marmo Rosso di Vitulano che si tiene ogni anno).
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