(di Salvi Monti)
Un anno dopo la disastrosa frana,
Casamicciola e tutta l'isola d'Ischia si sono rimesse in piedi
ma non sono ancora guarite del tutto. Quella mattina del 26
novembre, dopo che per sei ore nuvole basse e cariche di piogge
scaricarono quasi 130 millimetri di acqua sul versante nord
orientale dell'Epomeo, dalla montagna si staccò una fronte
franoso di centinaia di migliaia di metri cubi di fango, acqua e
detriti di ogni genere che per l'elevata pendenza scese a valle
velocissimo cancellando tutto quello che incontrava sul suo
cammino devastando diverse zone del comune termale isolano.
Il prezzo pagato fu altissimo: 12 morti (tra cui due bambini
ed un neonato) al Celario, zona collinare di Casamicciola,
decine di abitazioni inagibili e parecchie centinaia di
sfollati: nei giorni successivi all'evento arrivarono a 1.500
per poi scendere ai circa 360 attuali e senza contare gli oltre
60 veicoli distrutti, i negozi e gli alberghi allagati, il porto
insabbiato e le altre frane di minore entità che si abbatterono
in altre parti dell'isola.
Dodici mesi dopo Casamicciola si è rimessa in moto anche se
resta ancora tanto da fare, per la messa in sicurezza e la
ripartenza turistica ed economica: il porto è stato dragato e
riaperto, gli alvei alluvionali ripuliti, installato un sistema
di monitoraggio ed alert attivo 24 ore al giorno in grado di
dare l'allarme in caso di maxi precipitazioni e complessivamente
è stato realizzato il 40% degli interventi di somma urgenza, col
resto già finanziato ed in fase di attuazione.
Per neutralizzare il rischio idrogeologico
serviranno ancora interventi strutturali, che costeranno 138
milioni (di cui 60 sono stati coperti) ed altri 177 dovranno
essere spesi per eliminarlo da tutta l'isola.
Saranno necessarie dunque risorse ed interventi importanti
per mettere l'isola verde al riparo dalle calamità naturali e
per ridare una casa ai cittadini che l'hanno dovuta lasciare
dopo l'alluvione, di cui attualmente 112 sono ancora in albergo.
Per domenica, primo anniversario della alluvione, il Comune
ha organizzato una cerimonia di commemorazione solenne a cui
parteciperanno il ministro per la Protezione Civile Nello
Musumeci ed il capo Dipartimento Fabrizio Curcio, cui seguirà la
consegna di encomi e ringraziamenti a forze dell'ordine,
volontari ed associazioni che hanno prestato soccorsi ed
assistenza dopo la frana. "Non potremo mai dimenticare le
vittime di quella tragedia - afferma Giosi Ferrandino, sindaco
di Casamicciola - ed a loro dedichiamo l'anniversario di
domenica in cui, a nome di tutti i miei concittadini,
ringrazierò le donne e gli uomini che ci hanno aiutato nei
giorni più bui, quando eravamo in mezzo al fango e al dolore.
Intanto il mio dovere è far rinascere, ripartire e tornare a
risplendere questo paese. La priorità è quella di mettere in
sicurezza il territorio e restituire una casa a tutti. Per
questo, insieme al Commissario Legnini, abbiamo varato un piano
di delocalizzazione senza precedenti che prevede un'alternativa
abitativa concreta e immediata. C'è tanto da fare anche per il
rilancio economico e turistico ma noi siamo resilienti e ci
rialzeremo, come dopo il 1883. Grazie all'affetto che tutta
Italia ci ha dimostrato in questi mesi ed alla vicinanza delle
istituzioni il cui supporto ci servirà ancora per guarire del
tutto Casamicciola".
Giovanni Legnini, il commissario straordinario alla
ricostruzione post frana dice: "Il primo pensiero va alle 12
vittime della tragedia dello scorso anno, gran parte giovani e
giovanissimi, e alle loro famiglie. Il loro sacrificio estremo
costituisce per noi un monito per tutto ciò che deve ancora
essere fatto a favore di questa comunità. Un anno fa l'isola era
semiparalizzata, Casamicciola era invasa dal fango, le
situazioni di crisi idrogeologica erano molto diffuse. Abbiamo
varato un programma ambizioso di messa in sicurezza del
territorio sia per la parte emergenziale finalizzata alla
riduzione del rischio residuo che per la parte strutturale.
Molti cantieri sono stati avviati e conclusi, molti sono in
corso, molti altri ancora saranno avviati dopo aver completato
le fasi di progettazione. Poi dovrà iniziare la fase della messa
in sicurezza strutturale del territorio, insieme alla
ricostruzione degli edifici pubblici e privati e alla necessità
di favorire interventi di rigenerazione urbana mediante la
riduzione del consumo del suolo, dando priorità alla sicurezza
del territorio e degli edifici e per la sostenibilità del
processo ricostruttivo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA