Un tentativo di evasione di un
detenuto algerino è stato sventato al carcere di Santa Maria
Capua Vetere (Caserta); è stato un assistente capo della polizia
penitenziaria in servizio nel perimetro interno con l'auto a
notare che il recluso si stava dirigendo con una lunga corda
realizzata intrecciando lenzuola verso il muro di cinta
perimetrale, il più alto del carcere; se fosse arrivato qualche
minuto più tardi, il detenuto sarebbe probabilmente fuggito.
Tutto è avvenuto ieri all'ora di cammino, tra le 15 e le 16, al
reparto Nilo, quello noto per le violenze commesse dagli agenti
penitenziari ai danni dei detenuti il 6 aprile del 2020.
L'algerino, approfittando della scarsa presenza di agenti - ne
erano presenti due per tutto il reparto di quattro piani,
formato da otto sezioni, due per piano - ha scavalcato il primo
muro di alcuni metri dell'area passeggio, posta a piano terra, e
si è avviato velocemente verso il muro di cinta con una corda
artigianale la cui estremità era legata ad un bastone ottenuto
da un tavolo in legno, ma è stato notato da un agente
penitenziario che stava girando con l'auto di servizio. Il
poliziotto che ha sventato l'evasione, Luigi Macari, era stato
inizialmente indagato per le violenze del sei aprile 2020 ma era
uscito completamente dall'indagine della Procura di Santa Maria
Capua Vetere perché emerse che quel giorno non era in servizio.
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