/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Restano in carcere il neomelodico Tony Colombo e la moglie

Restano in carcere il neomelodico Tony Colombo e la moglie

Rigettato il ricorso, la coppia è accusata di finanziare clan

NAPOLI, 20 marzo 2024, 22:00

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

Restano in carcere il cantante neomelodico Tony Colombo e la moglie Tina Rispoli, arrestati lo scorso 18 ottobre nell'ambito di un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul clan Di Lauro di Secondigliano: la Corte di Cassazione ha infatti rigettato i loro ricorsi.

Per gli inquirenti marito e moglie avrebbero finanziato la famiglia camorristica fondata da Paolo Di Lauro, detto "Ciruzzo 'o milionario". Tony Colombo e Tina Rispoli sono stati difesi, rispettivamente dagli avvocati Paolo Trofino e Carmine Foreste.

Tra le 27 persone arrestate a ottobre dal Ros e dai carabinieri di Napoli nell'ambito di un'indagine della Dda (sostituti procuratori Giugliano e De Marco) c'era anche Vincenzo Di Lauro, figlio di Paolo, ritenuto dalla procura antimafia partenopea il reggente del clan.

I carabinieri sequestrarono anche beni per 8 milioni di euro. Tra i reati contestati pure il concorso esterno in associazione mafiosa, la turbativa d'asta, e l'aggravante della transnazionalità legata al contrabbando di sigarette.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza