"Sono riusciti ad hackerare perfino
il Cremlino". Cosi' ha risposto il ministro della Giustizia,
Carlo Nordio, ad una domanda sulla sicurezza dei sistemi
informatici istituzionali a margine del convegno 'Scenari
giuridici e sociali della violenza di genere' a Castel Capuano a
Napoli. "Oggi la tecnologia avanza a passi cosi' rapidi per cui
le organizzazioni non solo criminali ma anche i dilettanti, in
particolari condizioni, sono in grado di bucare, finché non si
trovano i sistemi più appropriati, anche i sistemi
apparentemente più sicuri". "Questo - ha spiegato il ministro -
perché l'evoluzione tecnologica avanza in modo sempre molto più
rapido rispetto alle leggi".
Il ministro ha poi aggiunto: "C'è difesa, infatti
l'hackeraggio che è stato fatto al ministero della Giustizia è
stato riparato e oggi siamo al sicuro. Però bisogna sempre
tenere presente che la fantasia delle persone male intenzionate
galoppa più velocemente delle leggi che sono in grado di
affrontarli".
Ieri la notizia che Carmelo Miano, l'hacker siciliano di 24
anni arrestato il primo ottobre dalla Polizia Postale a Roma,
aveva copiato sui suoi dispositivi l'intero data-base utenti del
Ministero della Giustizia, dal quale ha poi estrapolato le
password di 46 magistrati inquirenti di mezza Italia, tra cui
anche quelle dei procuratori di Napoli, Perugia e Firenze.
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