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Uccisa e poi bruciata, fermato il compagno

Uccisa e poi bruciata, fermato il compagno

Ieri a inaugurazione panchina rossa, molte ombre sul suo passato

NAPOLI, 17 dicembre 2024, 00:08

Redazione ANSA

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Uccisa e poi bruciata, fermato il compagno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uccisa e poi bruciata, fermato il compagno - RIPRODUZIONE RISERVATA

Poche ore prima di essere fermato per l'omicidio di Silvia Nowak, la sua compagna, Kai Dausel aveva partecipato alla posa di una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Una presenza che non ha stupito, visto che il 63enne tedesco ha sempre partecipato alle iniziative organizzate dalla comunità di Castellabate (Salerno) per ricordare Silvia. Ora è invece in carcere con l'accusa di averla ammazzata ed aver cercato di distruggerne il cadavere, dandogli fuoco. Non solo: le indagini si estendono al suo passato, pieno di ombre.
    Il 12 novembre scorso, poco meno di un mese dopo il delitto, la procura di Vallo della Lucania lo aveva iscritto nel registro degli indagati, ma l'uomo si è sempre mostrato tranquillo, ostentando la sua innocenza. Anche ieri mattina Dausel, accompagnato dal suo avvocato, aveva partecipato all'iniziativa contro la violenza sulle donne, con la comunità di Ogliastro Marina: aveva deposto alcune rose rosse sulla panchina, accomodandosi vicino alla scritta 'Non lasciare la panchina vuota. Siediti e pensa'. E l'uomo non si era neppure sottratto alle interviste, ribadendo ai cronisti la sua "ferma volontà" di arrivare a scoprire la verità sull'omicidio della sua Silvia.
    Parlando in tedesco aveva pure espresso il desiderio di tornare quanto prima nell'abitazione che divideva con la compagna, ancora sotto sequestro.
    E invece, stamattina, i carabinieri della compagnia di Agropoli insieme a quelli del Reparto operativo di Salerno, hanno messo le manette all'uomo, accusato di omicidio aggravato e distruzione di cadavere. Per la Procura di Vallo della Lucania è stato lui, il 18 ottobre scorso, a uccidere Silvia in un bosco confinante con la sua proprietà, "colpendola reiteratamente con un corpo contundente e tagliente e distruggendone parzialmente il cadavere con il fuoco". Per gli investigatori, dopo l'omicidio, avrebbe simulato la scomparsa della donna, il cui cadavere è stato trovato tre giorni dopo.
    Fu proprio lui a denunciare la scomparsa della compagna, con cui aveva deciso di trasferirsi dalla Germania per vivere in Italia "La coppia - aveva detto subito dopo il ritrovamento del corpo il sindaco di Castellabate, Marco Rizzo - si era integrata, ed era conosciuta nella zona dove abitavano da qualche anno. Credo che avessero addirittura acquistato la casa dove vivevano. Non abbiamo mai avuto segnalazioni di alcuna criticità o di episodi di violenze di alcun genere a loro carico".
    A carico di Dausel, secondo la procura di Vallo della Lucania, c'è "un quadro di particolare gravità indiziaria", basato anche sugli esiti dei rilievi scientifici, che ora verrà sottoposto al vaglio del gip. Ma le indagini non sono concluse.
    Emergono, infatti, nuovi dettagli sul passato del 63enne tedesco. Da una segnalazione dell'Interpol risulterebbero alcune ombre sul suo passato: l'uomo, prima di cambiare nome all'anagrafe tedesca (in precedenza si sarebbe chiamato Altmann), negli anni Novanta sarebbe stato coinvolto in diverse vicende, tra cui anche una legata ad un omicidio. Nel suo passato, anche ipotesi di reato contro il patrimonio ed un caso di frode informatica. Vicende che gli investigatori italiani stanno provando ancora a decifrare, anche per inquadrare meglio il profilo del presunto assassino.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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