(di Manuela Tulli)
Sarà il vescovo di Ischia, monsignor
Carlo Villano, a celebrare domani la messa domenicale a Barano.
Da giorni nell'isola non si parla d'altro che della storia
d'amore tra il parroco, don Antonio, che guida diverse chiese
del quartiere ed è vicedirettore della Caritas, e una
parrocchiana sposata e con figli. Il parroco si è autosospeso e
ha chiesto una pausa di riflessione; la donna dal canto suo
avrebbe rivelato la sua relazione al marito. Spetterà al
vescovo, domani, cercare di abbassare i riflettori sulla
vicenda. La piccola diocesi ha tra l'altro anche un precedente:
nel 2018 un altro parroco, don Gianfranco, aveva lasciato la
tonaca per occuparsi del figlio in arrivo.
Sul caso interviene oggi il Movimento internazionale dei
sacerdoti sposati, fondato da don Giuseppe Serrone. Per i preti
sposati italiani "la trasparenza è un valore aggiunto del caso.
Le polemiche non hanno senso". I due protagonisti infatti hanno
accettato di mettere in luce la loro storia e, da quanto
risulterebbe fino a questo momento, non intendono fare marcia
indietro.
Il caso riapre la questione del celibato. "La crisi dei preti
- sottolinea il movimento dei preti sposati - è altissima nella
Chiesa cattolica. Il Papa potrebbe intervenire ma di fatto
mantiene una situazione di stallo teologico e pastorale". Il
Movimento sottolinea che "i preti sposati con le loro famiglie
potrebbero essere una grande ricchezza per la Chiesa. Potrebbero
essere riaccolti con un provvedimento canonico del Papa a
servizio attivo pastorale nelle chiese senza prete o in servizi
diocesani". Infatti "i preti sposati con regolare percorso di
dimissioni, dispensa e matrimonio religioso, rimangono sacerdoti
per sempre. La dispensa ottenuta per il matrimonio non annulla
il sacerdozio. Potrebbero essere richiamati in servizio attivo".
"Dal 2003 il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati ha
più volte offerto la disponibilità al Papa per gestire
parrocchie senza prete, ma senza un riscontro positivo".
Domani dunque ad Ischia prenderà la parola il vescovo. Nel
suo messaggio per il Giubileo a tutti i fedeli della diocesi,
mons. Villano scrive: "In un contesto culturale che vede spesso
prevalere la superficialità, il sospetto, la manipolazione nel
modo di gestire la comunicazione, noi cristiani siamo chiamati a
far risplendere la luce dell'autenticità, del rispetto e della
promozione della dignità degli altri. I nostri presbiteri,
innanzi tutto, sono chiamati a risplendere di questa luce, per
poter essere guide autorevoli e credibili - si legge nella
lettera del vescovo - delle nostre comunità".
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