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Ruffini, nessuna etichetta, ma impegno concreto sui diritti e sui valori

Ruffini, nessuna etichetta, ma impegno concreto sui diritti e sui valori

L'ex direttore delle Entrate alla scuola per dirigenti cattolici

CASERTA, 11 gennaio 2025, 20:47

Redazione ANSA

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Ruffini,  'nessuna etichetta politica, io invitato a Milano ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Ruffini, 'nessuna etichetta politica, io invitato a Milano ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Antonio Pisani) Nessuna etichetta, ma un impegno concreto sui valori e sui diritti, con l'obiettivo alto di coinvolgere i giovani e quanti si sentono lontani dalle modalità attuali di fare politica, tutte basate sulla ricerca del consenso. Si presenta così Ernesto Maria Ruffini che, dopo aver dato a metà dicembre le dimissioni da direttore dell'Agenzia delle Entrate "perché il clima è cambiato", inizia dalla Polity Design di Caserta, la Scuola di classe dirigente cattolica riconosciuta dalla Cei, il suo percorso volto a dare un "contributo al dibattito sui valori e sui diritti, come quello portante di uguaglianza, non ancora pienamente attuato: basti pensare alle donne, che ancora scontano un gap per esempio sulla retribuzione".
    Ruffini allontana subito da sé ogni etichetta politica, perché le "etichette creano steccati", dice, rivolgendosi agli allievi della scuola, "per cui è importante sapere cosa fare e non come. O meglio, il come viene in un secondo momento", aggiunge, rispondendo ad uno studente che gli chiede come possono riorganizzarsi i cattolici in politica, anche in considerazione dell'evento che il 18 gennaio prossimo si terrà a Milano, vero e proprio battesimo dell'associazione "Comunità democratica", con Romano Prodi, Graziano Delrio e l'ex segretario del Partito Popolare, Pierluigi Castagnetti.
    "Un'iniziativa che non ho organizzato io, ma a cui sono stato invitato", specifica Ruffini, che non vuole sentir parlare della definizione che qualcuno gli ha affibbiato di "federatore dei cattolici democratici". Né di rinascita della Democrazia Cristiana. "In Italia il modo migliore per restare soli è fondare un partito", avverte. "Ciò che piuttosto vorrei è parlare di diritti, come quello di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e ancora non pienamente attuato. Andare a Milano vuol dire confrontarsi su idee e valori". Ma se anche esclude la sua discesa in campo, con riferimento a eventuali candidature, Ruffini lascia la porta aperta ad un impegno che nel tempo potrà farsi sempre più concreto. Per il momento, quella che emerge è la volontà di avviare un dibattito di alto livello, a partire dalle ragioni della disaffezione alla politica, "perché in Italia c'è il 50% degli aventi diritto che non va a votare e chi ottiene la maggioranza dei voti governa".
    Ruffini parla di una politica che forse non c'è più, ma i cui valori di rispetto degli avversari e di preminenza del bene comune, dice, dovrebbero essere ancora oggi attuali e vigenti tra i politici. Cita così Alcide De Gasperi e la famosa frase 'Dobbiamo essere pronti'; poi l'autrice della 'Banalità del Male', Hannah Arendt e le sue parole 'Siamo nati per cominciare'. Afferma che "nella storia sono le minoranze a innescare il cambiamento, la Resistenza in Italia fu fatta da 300mila persone". E agli allievi della Polity Design dice "di impegnarsi sempre per il bene collettivo senza mai perdere la motivazione e di stare attenti ai politici che si presentano con ricette e soluzioni già pronte".
   

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