Kyoto Club. "La firma dell'accordo di Parigi ha innescato una decisa accelerazione delle politiche climatiche in alcuni Paesi chiave"; per esempio "le emissioni della Cina al 2030 dovrebbero essere almeno di 1,5 miliardi di tonnellate di CO2 inferiori rispetto agli obiettivi presentati e quelle dell'India vengono stimate in un miliardo in meno rispetto ai 6 miliardi previsti". Così il direttore scientifico di Kyoto club Gianni Silvestrini nel corso di un convegno, venerdì 3 novembre alla Camera, per celebrare il primo anniversario dell'entrata in vigore dell'accordo sui cambiamenti climatici raggiunto a dicembre 2015 a Parigi al vertice mondiale delle Nazioni Unite nell'ambito della Cop21, cioè la ventunesima Conferenza delle parti dell'Unfccc, la Convenzione quadro dell'Onu che si occupa di clima.
L'accordo - che sarà operativo dal 2020 - è entrato in vigore il 4 novembre 2016 con il raggiungimento della soglia minima prevista di ratifica da parte di almeno 55 Paesi. Ad oggi sono diventati 169 i Paesi che lo hanno ratificato. L'Italia lo ha fatto il 27 ottobre 2016.
"Nonostante la retromarcia federale di Trump - ricorda Silvestrini - gli Usa vedono un proliferare di azioni dal basso da parte di città, Stati e imprese che contrastano" quella decisione. E' per questo che "adesso tocca all'Europa dare un segnale chiaro se vorrà mantenere la leadership della battaglia climatica".
Boldrini. "Mi auguro che nella legge di stabilità ci sia un segnale concreto per la lotta contro il cambiamento climatico". Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini aprendo a Montecitorio i lavori del convegno "Le opportunità per lo sviluppo sostenibile dell'Italia e dell' Unione europea", ad un anno esatto dall'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi sul clima. "Serve uno scatto coraggioso. Questo è il compito della politica a tutti i livelli, internazionale, europeo e nazionale. E spero che la prossima legge di stabilità dia segnali chiari in questa direzione. Occuparsi del futuro del pianeta non significa soltanto correre ai ripari rispetto a danni fatti dagli esseri umani, significa progettare un mondo nuovo", conclude.
"Più che 'America first', lo slogan del presidente Usa Trump è piuttosto 'Oil e coal first': perché se Trump avesse messo davvero al centro gli interessi degli americani, se 'America first' avesse un senso, avrebbe dovuto implementare l'accordo di Parigi e non uscirne". Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini aprendo a Montecitorio i lavori del convegno "Le opportunità per lo sviluppo sostenibile dell'Italia e dell'Unione europea", ad un anno esatto dall'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi sul clima. "Come Italia - ha aggiunto - abbiamo una responsabilità aggiuntiva perché i partner americani sono usciti" ha concluso ricordando che "occuparsi del futuro del pianeta non è solo riparare i danni ma progettare un mondo nuovo".