"Per le autorizzazioni ai nuovi impianti di energie rinnovabili, il Decreto Semplificazioni non riduce le procedure, ma taglia solo da 45 a 30 giorni i termini per un paio di pareri. Un risparmio di 30 giorni su di un processo autorizzativo che dura in media 5 anni e mezzo". Così il presidente dell'Anev, l'associazione delle imprese dell'eolico, Simone Togni, commenta con l'ANSA la bozza del Decreto Semplificazioni.
"Il problema vero per noi è il Ministero dei Beni Culturali, che blocca sistematicamente tutte le autorizzazioni, in nome della tutela paesaggistica - spiega Togni -. Noi chiedevamo che il parere dei Beni Culturali fosse obbligatorio solo dove ci fosse un vincolo ambientale. Oggi le Sovrintendenze danno pareri anche in assenza di questo vincolo. Questo passaggio non è stato eliminato. Anzi, nel DL Semplificazioni si prevede che la Valutazione di impatto ambientale (Via) sia concessa di concerto con il Mibac".
"L'unico intervento del Decreto sulle autorizzazioni agli impianti di rinnovabili non è di carattere procedurale - prosegue il presidente -. Su di un paio di passaggi, il termine viene ridotto di 15 giorni, da 45 a 30. Ma sono termini ordinatori, non perentori, che possono essere ignorati senza problemi. E comunque, su di un iter medio di 5 anni e mezzo (la Ue prevede 6 mesi), non risolvono nulla".
"All'Anev abbiamo calcolato che, con questa velocità di autorizzazioni, in Italia raggiungeremo l'obiettivo del 70% di rinnovabili fra 70 anni - conclude Togni -. Con queste innovazioni del Decreto Semplificazioni, forse ci arriveremo in 65".