Passe-partout tra i più inossidabili, modellato sulla personalità di chi lo indossa, il jeans torna ad acquisire un posto d'onore nel guardaroba maschile. Se mai lo aveva perso. A Pitti uomo 101 aziende rispolverano modelli del passato, propongono lavaggi e tinture green, scomodano icone del passato per assicurare un'anima ad ogni pezzo. Che il jeans sia un capo timeless lo sappiamo, ma quello che va in scena adesso è l'evoluzione della famosa tela de Nimes, la città francese da cui prende il nome. Quali sono le nuove frontiere del denim per l'autunno-inverno 2022/23? Per i cultori del settore, la silhouette must-have è rilassata: comoda, con chiusura regolabile e fit di ispirazione giapponese.
I modelli cult? I classici 5 tasche, gamba dritta o stile anni '70. I tessuti sono iper ricercati come cotone egiziano, mischia denim e cachemire, cimosati dal Giappone, fibre hi-tech. La sfida riguarda i processi produttivi, in un viaggio tra durevolezza di tele performanti, contributi alla sostenibilità ambientale e lavaggi d'archivio. Spesso i tessuti naturali vengono arricchiti da dettagli military e inflessioni workwear, che raccontano l'evoluzione di questo capo da personalizzare attraverso l'uso quotidiano. Forte il tema della sensibilità eco-responsabile, che vede le aziende ripensare la scelta di minuterie: bottoni, rivetti e zip sono a basso impatto ambientale in acciaio non galvanizzato. E poi i dettagli diventano green: cuoio riciclato e fodere in cotone organico trattate con lavaggi ad acqua. Ad esempio il colosso del denim Levi's presenta il nuovo modello 501 Original Designed for Circularity, il jeans più sostenibile di sempre, perché realizzato con cotone organico riciclato al 100%, seguendo processi di lavorazione da cui vengono eliminati tutti gli elementi inquinanti. Mcs invece compie 35 anni e celebra l'anniversario con una collezione ispirata alla natura selvaggia, proponendo lavaggi sostenibili ispirati agli archivi del brand. Stesso approccio green per l'azienda italiana Re-Hash, mentre Closed guarda al giovane preppy style e lo mescola con un ideale più raw: la gamma dei jeans è 100% ecosostenibile. Closed invece amplia la gamma più che mai: dal super skinny elasticizzato al regular comfort, fino al cropped over effetto vintage. Declinazioni diverse anche per i trattamenti: raw denim, handmade distressed rammendato chiaro, black-grey dall'aplomb metropolitano.
Altra grande protagonista a Pitti Uomo è la maglieria. Il mondo del knitwear si amplia per soddisfare le esigenze di ogni uomo: nascono capi voluminosi ma soft, maglie più raw o minimali, pezzi sottili da portare anche a pelle. L'effetto materico si esprime su capi dallo spirito active, per tutti i giorni e tutti i luoghi. Oltre a 100% pura lana o cashmere, le aziende guardano a scelte green come il cashmere ibrido, parzialmente riciclato.
O ancora mixano materiali: lane finissime con membrane three layer, poliestere e viscosa stretch, panni di lana accoppiati a jersey scuba. Tra le hit di stagione di Roberto Collina, la maglia girocollo verde menta realizzata con un trattamento casentino, quella a costa in lana e mohair con motivo handmade.
Il cashmere è protagonista anche nei capispalla, come i bomber del nuovo brand Baia, al debutto a Pitti, fondato dalla stylist Camilla Rizzolo insieme al fratello Matteo. Una proposta contemporanea di pezzi unisex, interamente fatti a mano in materiali come cashmere e corduroy.
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